Per migliorare la democrazia e i valori civili e sociali nei Paesi europei, Italia compresa, la strada è quella di dire la verità ai cittadini. Purtroppo negli ultimi tempi la metodologia di cattura del consenso è sempre più basata su promesse e maggiori benefici: “più servizi gratis e meno tasse per tutti”. Si possono misurare gli effetti negativi di questo slogan. Intanto, l’Italia si trova ai vertici della classifica mondiale del debito pubblico con quasi il 135% di rapporto debito/Pil e, a differenza di altri Paesi, con scarse possibilità di miglioramento: dai dati del Mef al 31 maggio 2025 ci sono in circolazione 2.560 miliardi di Titoli di stato, che generano 70 – 80 miliardi di interessi all’anno.

Poi siamo diventati la società dei diritti e la parola doveri, che ne sono il fondamento, sembra essere sparita dal vocabolario. Ma se mancano i doveri, la sanità non funziona, i treni arrivano in ritardo, la scuola non è più maestra di vita e la società peggiora, diventa rabbiosa. Alla fine, il risultato è tragico e non solo in Italia: instabilità politica, estremismi, movimenti nazionalisti ed antieuropei.

Ma quali sono le riflessioni che andrebbero fatte nel nostro Paese che, a parte l’exploit dopo il Covid, è da oltre vent’anni che cresce con percentuali irrisorie? La prima: quanto può durare un Paese in cui il 60% non paga tasse, un 24% versa quelle appena sufficienti per pagarsi i servizi di base. Così tutto il carico fiscale è sulle spalle del 17% della popolazione che dichiara redditi da 35 mila euro lordi l’anno in su. Per pagare la sola sanità a questo 60% occorre che qualcun altro metta sul piatto ogni anno quasi 6o miliardi, mentre per finanziare la scuola ce ne vogliono altri 66, sempre a carico dei pochi e del debito. Poi c’è tutto il resto: strade, assistenza, funzionamento delle amministrazioni.

Poi val la pena ricordare che su 38 milioni di italiani in età da lavoro, facciamo fatica a trovarne 24 milioni che lavorino e così siamo ultimi in tutte le classifiche Eurostat e Ocse per donne, giovani, over 55 (ne lavora solo il 57%) e totale.

“Italiani brava gente” ma siamo in cima alle classifiche per evasione fiscale e contributiva, primi per malavita organizzata. Se nessuno paga la sanità e la scuola, non si può pretendere di avere questi servizi, visto che insegnanti, medici, infermieri, vanno pagati. Fosse il 4 – 6% di popolazione bisognosa lo sforzo si potrebbe fare, ma il 60% è insostenibile. Se quasi 30 milioni di italiani presentano l’Isee per avere servizi gratis o a sconto; perché non dire che è complicato per quel 17% sopravvivere con una tassazione che a breve paralizzerà il Paese.

Il risultato di queste mancate verità è lampante: meno dichiari (e meno lavori in chiaro) e più soldi e servizi ti do, mentre più dichiari e più ti tartasso di imposte avrai diritto a meno servizi.

Alle prossime elezioni: “promesse e nuvole” o un “bagno di realtà”?

Tiziano Conti

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