Una seconda opportunità, per molti la prima, a partire dai giovanissimi. Dal cuore di Venezia arriva un esempio virtuoso di inclusione: la cooperativa Il Filò – Le botteghe della solidarietà accoglie giovani e adulti in situazioni di disagio e li accompagna attraverso progetti di autonomia lavorativa e riscatto sociale. Fondata nel 1989, nasce come progetto di preavviamento al lavoro per minori provenienti da situazioni difficili: baby gang, spaccio, piccoli reati. Con il tempo è cresciuta, coinvolgendo diverse fasce della popolazione, tra cui persone con disabilità o che necessitano di reinserimento sociale.
Percorsi personalizzati dove conta il cammino fatto insieme
«Non vogliamo solo offrire un’esperienza lavorativa, ma creare una rete di relazioni – spiega il presidente Massimo Renno, ospite a Faenza al festival Semi di futuro –. Chi entra nei nostri laboratori si sente accolto, valorizzato e in grado di esprimere il proprio potenziale, indipendentemente dalle difficoltà che ha incontrato». Il Filò collabora con il Tribunale dei Minori per progetti di messa alla prova, con i servizi sociali del Comune di Venezia per tirocini sociali e formativi, e con l’Ulss 3 Serenissima per accompagnare persone con disabilità. «Le convenzioni che abbiamo con queste istituzioni – sottolinea Renno – ci permettono di offrire percorsi personalizzati, dove non contano solo le ore o il reddito percepito, ma il valore del cammino fatto insieme. Per molti, è il primo passo verso una nuova autonomia». La cooperativa offre tre modelli di laboratori. Bottega artigiana, dove si realizzano prodotti come pelletteria, foulard e bigiotteria in cuoio. Atelier di prossimità, piccoli laboratori di strada che favoriscono la socializzazione e il lavoro manuale. Capannone artigianale, spazio dedicato alla produzione seriale, in cui i partecipanti possono imparare competenze più tecniche. «Ogni laboratorio risponde a esigenze diverse – aggiunge Renno – C’è chi ha bisogno di imparare un mestiere, chi invece cerca una comunità dove poter fare un percorso personale. I nostri spazi offrono esperienze trasversali, adattandosi alle risorse e alle potenzialità di ciascuno». I prodotti vengono venduti in tre negozi di commercio equo e solidale, offrendo un punto d’incontro tra artigianato e sostenibilità. «Ogni prodotto racconta una storia – spiega Renno -. Abbiamo foulard ricavati da stoffe vintage e bottoni in ceramica, realizzati da artigiani locali, che parlano di rinascita e sostenibilità. I nostri manufatti non sono solo oggetti, ma espressioni di creatività e amore per il lavoro artigianale». La cooperativa ha anche una piccola officina popolare, dove i giovani apprendono l’uso di strumenti come seghetti alternativi e seghe circolari. «Per il futuro – conclude Renno – vogliamo continuare a essere un punto di riferimento per chi cerca un’occasione di riscatto. Ogni persona che passa dai nostri laboratori porta con sé una storia di fatica e speranza».
Barbara Fichera