Si conclude il 4 ottobre il tempo del creato iniziato quest’anno con una staffetta in bicicletta dalle sorgenti alla foce del Lamone in occasione della giornata del creato del 1° settembre. Sperare e agire col creato mai così attuale mentre nel frattempo di nuovo il Lamone ci ha messo alla prova in tratti identici e nuovi. Sperare e agire, due verbi che indicano le direttrici del futuro e del presente.
Il testo della lettera ai Romani (8,19-25) che ci ha accompagnato rimandava alla considerazione di una caducità cui la creazione è sottomessa a causa dell’uomo e del suo peccato. La caducità è indicata dallo stesso termine greco che nella traduzione del Qoelet rende quel avel avalim, vanità delle vanità che ha nella sua radice l’evocativo nome di Abele. Sotto il segno di Abele, sotto il segno della precarietà stanno tante realtà toccate dal nostro fiume in questi giorni, sotto il segno della croce sta il mistero del male e come scriveva poeticamente Montale, spesso il male di vivere abbiamo incontrato in questi mesi.
La stessa lettera ai Romani lega però anche la speranza del creato alla piena rivelazione dei figli di Dio, alla manifestazione di ciò che lo Spirito effuso dalla Pasqua del Figlio di Dio è capace di fare nelle persone che si aprono ad agire in sinergia con lo Spirito e a mettere sotto il segno della figliolanza e della fraternità tutte le ferite, le solitudini e le sconfitte. Sarà importante pedalare, camminare, agire, sperare ancora insieme lungo il nostro fiume, quanto abbiamo fatto è solo l’inizio. Ci farà bene anche ricordare quanto scriveva Madeleine Delbrêl (La gioia di credere):
Andate…” dici a ogni svolta del Vangelo / Per essere con Te sulla Tua strada occorre andare / anche quando la nostra pigrizia ci scongiura di sostare. / Tu ci hai scelto per essere in un equilibrio strano. / Un equilibrio che non può stabilirsi né tenersi / se non in movimento, / se non in uno slancio. / Un po’ come in bicicletta che non sta su senza girare, / una bicicletta che resta appoggiata contro un muro / finché qualcuno non la inforca / per farla correre veloce sulla strada.

don Mirko Santandrea