Forti piogge, ondate di calore, siccità e rese dimezzate: l’agricoltura romagnola sta pagando un prezzo altissimo agli effetti sempre più evidenti del cambiamento climatico. I dati forniti dalle cooperative associate a Legacoop Romagna fotografano un inizio d’estate difficile e incerto per l’intero settore agroalimentare.

Dimezzate le rese dei cereali per pioggia e semine ritardate

Le Cooperative Agricole Braccianti della provincia di Ravenna, che coltivano complessivamente circa 11mila ettari, registrano un calo produttivo fino al 50% nella campagna cerealicola ancora in corso. Le piogge intense dell’inverno e della primavera hanno compromesso la preparazione dei terreni e rallentato le semine, con effetti diretti sulla quantità di prodotto raccolto.

Colture industriali in crisi tra trapianti interrotti e caldo anomalo

Terremerse e Fruttagel segnalano un quadro particolarmente complesso per le colture orticole industriali, trasformate in conserve e surgelati. Il pomodoro da industria, in particolare, ha risentito prima della pioggia prolungata, che ha interrotto i trapianti, poi dell’ondata di caldo che ha causato sofferenza alle piante, con rese molto inferiori rispetto al 2024.

Per tentare di contenere le perdite, le aziende stanno incentivando secondi raccolti nelle stesse superfici già coltivate.

Nel cesenate ettari distrutti e danni ingenti

Anche nel territorio cesenate, dove operano Apofruit e Cooperativa Agricola Cesenate, gli effetti si sono fatti sentire con forza. Tra inverno e primavera, le piogge eccessive e il clima umido hanno provocato la distruzione di centinaia di ettari di colture. Le conseguenze si misurano in un aumento dei costi e in una crescente necessità di irrigazioni più frequenti, che comportano maggiori esigenze di manodopera e spese operative.

Crescono i costi, ma i margini restano invariati

Oltre alla sfida climatica, le aziende devono affrontare una forte pressione economica. Nonostante i prezzi di mercato siano al momento in linea con il 2024, i margini per i produttori agricoli risultano sempre più ridotti, a fronte di un aumento generalizzato dei costi, dai carburanti alle materie prime.

Situazioni che, in passato, colpivano in prevalenza il biologico, ora si estendono anche all’agricoltura convenzionale. In diversi casi, i terreni colpiti dalle alluvioni dello scorso anno non sono stati ancora rimessi in produzione, per l’impossibilità economica di procedere al ripristino.

Frutta: produzione stabile, ma rischio di squilibri nella distribuzione

Per quanto riguarda la frutticoltura, non si registrano al momento diminuzioni produttive significative, ma l’alternanza tra piogge primaverili e caldo estivo precoce ha accelerato i cicli biologici, determinando una forte concentrazione dei raccolti in un breve periodo.

Questo squilibrio rischia di generare speculazioni nella fase commerciale e una successiva carenza di prodotto nella distribuzione.

Uva, stime prudenti e timori per i dazi

Anche il settore vitivinicolo mostra segnali di incertezza: le prime stime parlano di una produzione ridotta in alcune zone della Romagna, anche se il quadro è molto frammentato. Solo da ottobre, con l’avvio dell’export, si potranno valutare meglio anche le ripercussioni dei dazi introdotti negli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, che potrebbero pesare sull’intero comparto.

Lucchi: «La cooperazione tiene, ma serve una politica agricola europea più forte»

«Il quadro che emerge dalle cooperative – afferma Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna – non è ancora drammatico, grazie alla capacità organizzativa del mondo cooperativo e a un sistema irriguo che, pur sotto pressione, continua a reggere. Basta vedere cosa sta accadendo nel Sud Italia, dove la siccità e l’inefficienza infrastrutturale stanno già provocando danni irreversibili».

Lucchi sottolinea l’importanza dell’intervento europeo: «Abbiamo aderito alla petizione sulla Politica Agricola Comune, perché crediamo sia fondamentale rafforzare il ruolo dell’Unione Europea nel sostenere il mondo agricolo di fronte a una transizione climatica ed economica che coinvolge tutte le produzioni».