La Flai Cgil, nelle campagne ravennati, ha ampliato la mappatura delle colture e delle aziende agricole sul territorio provinciale, incontrando molti lavoratori, lavoratrici e datori di lavoro, disponibili a spiegare aspetti organizzativi del lavoro, rendimento dei frutteti e problematiche riscontrate a causa degli effetti del cambiamento climatico, con grandinate, abbondanti piogge primaverili ed estati caratterizzate da temperature molto elevate e siccità.
I risultati del progetto “Ancora in campo” sono stati illustrati questa mattina in Prefettura, nel corso di un incontro in cui la Flai Cgil ha posto l’attenzione sui temi dell’immigrazione, della legalità e della sicurezza sul lavoro in agricoltura.
“Nelle prime due settimane dedicate al sindacato di strada, svolte fino a venerdì 2 agosto – spiega Laura Mazzesi, segretaria generale Flai Cgil di Ravenna – abbiamo visitato 23 aziende agricole a vocazione frutticola e incontrato oltre 150 addetti, molti dei quali stranieri e in alcuni casi, provenienti da province limitrofe.
Ad esempio, tra Alfonsine e Sant’Alberto, abbiamo conosciuto lavoratori provenienti da Portomaggiore in provincia di Ferrara. Alcuni si spostano con mezzi pubblici riscontrando difficoltà nell’organizzazione logistica a causa della scarsa disponibilità di corse e orari, altri raggiungono il posto di lavoro in gruppo con mezzi messi a disposizione da conoscenti.
Abbiamo distribuito volantini informativi che contengono anche le tariffe contrattuali e, in diverse occasioni, i lavoratori ci hanno fatto capire di essere sottopagati e in altre, invece, di non aver ancora percepito lo stipendio di almeno due mesi lavorativi.
Continuiamo ad assistere – continua Mazzesi – a casi di irregolarità e di mancato rispetto delle regolari tariffe, stabilite dal contratto provinciale di lavoro e di mancato rispetto delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro, a partire dalla scorretta applicazione dell’ordinanza regionale per evitare il colpo di calore.
A fronte del grande caldo, diverse aziende erano già organizzate, ancor prima dell’ordinanza regionale, adottando un orario di lavoro che garantisse la sosta nelle ore più calde (indicativamente lavoravano già dalle 6,30/7 alle 12.30/13).
Sono presenti però casi di aziende che, nonostante l’ordinanza, impongono turni di lavoro fino alle 14, in altri casi ancora ci sono realtà che adottano una pausa di un’ora tra le 12 e le 13 per poi lavorare fino alle 18”.
“Il lavoro messo in campo – continua Mazzesi – ci ha consentito di sviluppare corrette relazioni con l’imprenditoria agricola che oggi, nella maggior parte dei casi, si rende disponibile al dialogo e a spiegarci l’andamento delle produzioni e gli assetti aziendali, cosa che qualche anno fa non accadeva, anzi, l’approccio era piuttosto respingente.
Siamo certi – conclude Mazzesi – che la sezione territoriale della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità sia lo strumento necessario per tentare di risolvere la maggior parte dei problemi sopracitati, pertanto, riconfermiamo l’urgenza della costituzione del tavolo di cabina di regia anche in provincia di Ravenna”.