Riportiamo di seguito la testimonianza di Suor Gilberta Santandrea, nativa di Solarolo e missionaria dell’Istituto San Giuseppe di Bologna, Congregazione a Faenza conosciuta come Le Marri. Suor Gilberta iniziò a operare in Guatemala nel 1979 e vi rimase fino al 1983, quando ritornò in Italia, dove rimase fino al 1987. In quell’anno infatti le fu chiesto di ritornare in Guatemala e nel 1989 seguì la costruzione della Scuola Materna di Mixco. La sua Congregazione ha come principale obiettivo l’accoglienza dei bimbi della prima infanzia.
Dal 1999 al 2018 le fu chiesto di operare in Messico e in quel periodo ebbi occasione di farle visita. Mi presentò il problema dell’infanzia di Ciudad Lago, Bairo situato nella estrema periferia di Città del Messico. Convinsi il Comitato di Amicizia di Faenza a offrirle il suo appoggio per la costruzione di una scuola Materna che ancora oggi sta accogliendo ed educando decine di bimbi. Nel 2019 è tornata a operare in Guatemala.

Suor Gilberta Santandrea: aiutiamo le famiglie a vincere la povertà, ma i benefattori sono pochi

Suor Gilberta, considerato che ha assistito alla creazione di una Scuola Materna in Mixco, dove sta svolgendo la sua missione, al momento del suo ritorno, ha visto la situazione migliorata?

Mi fu chiesto di impegnarmi a Mixco, nella estrema periferia della capitale. La situazione delle famiglie era molto misera. La scarsità di lavoro faceva si che esse rinunciassero alle spese per la cura e anche a quelle per la scolarizzazione dei figli. Ero arrivata li da poco e assistetti alla costruzione della nostra scuola materna. Quando essa entrò in funzione, accettammo l’iscrizione dei bimbi del circondario, anche di quelli le cui famiglie non potevano pagare la retta scolastica. Amici in Italia si impegnavano a raccogliere quanto occorreva per far fronte alle nostre spese.

Con il passare degli anni il numero degli alunni che frequentano la scuola è cresciuto?

Si, molto. E questo è servito ad aprire le menti dei piccoli, ma anche delle loro famiglie. Esse si sono convinte che inviare i figli a scuola è una opportunità e non una perdita di tempo e di denaro. Ora tutti i bimbi frequentano la scuola, sia la nostra che quelle pubbliche.

Qual è la situazione del Paese?

Prima le strade erano in terra e prive di illuminazione. Con il tempo il fondo stradale è migliorato e si è molto diffusa l’illuminazione. La povertà rimane molto grande, per la cronica mancanza di lavoro. Molte case continuano a essere un monolocale, costruito con un traliccio di legno sul quale vengono fissati pezzi di cartone, plastica, lamiera. Il pavimento è spesso in terra battuta ed il tetto è in lamiera.
L’emigrazione verso gli Stati Uniti è elevata ed a prezzo di enormi sacrifici. Chi riesce ad entrare negli Stati Uniti trova un lavoro, sia pure mal pagato, ma che gli permette di inviare soldi alla famiglia, cosicché essa può costruirsi una casetta con muri di cemento e alimentarsi più decentemente. Purtroppo, capita anche che i mariti si accompagnino a un’altra donna e dimentichino la famiglia rimasta in Guatemala. Per quella famiglia la miseria sarà infinita. Molto spesso la nostra comunità è chiamata a farsi carico di questi casi.
Purtroppo capita anche di incontrare famiglie che vedono la mamma sobbarcarsi mille lavori per raggranellare il necessario per vivere. Questa dà i soldi al marito, affinché compri quanto serve. Capita che il marito prima pensi a ubriacarsi e poi acquisti solo un pacco di tortilla con un poco di sale. Di questi casi ne conosciamo molti nei pressi della nostra casa e ci adoperiamo in favore di essi.

So che alcuni anni fa il presidente del Paese non si occupava di migliorare le condizioni dei più poveri, ma che quello attuale dimostra invece di voler invertire la rotta.

Con il nuovo governo si sperano tempi migliori. Sta combattendo corruzione, estorsioni, gruppi criminali. Sta ristrutturando le scuole pubbliche e gli ospedali. Sta intervenendo per riformare gli organici della Polizia nazionale, che famigliarizzava con i gruppi criminali. Di certo i risultati non si possono vedere in un breve periodo. Il nuovo presidente Bernardo Arevalo e i suoi ministri, ci mettono tutta la loro buona volontà. Si spera che i deputati del Congresso lascino lavorare i nuovi governanti. Il presidente ha la fiducia della gente, visita le città, le zone indigene, ascolta, dialoga con le autorità indigene, ancestrali e con la popolazione. Ogni settimana parla alla televisione per rendere conto del lavoro svolto, alla presenza dei giornalisti. I tempi di Rios Mont, che faceva strage delle popolazioni indigene, per costringerle ad abbandonare le loro terre, sembra tramontato. Si spera definitivamente.

La gestione della vostra scuola è soddisfacente?

Sì, i risultati ottenuti sono molto soddisfacenti, la gestione economica invece ha problemi. Le famiglie continuano ad avere difficoltà nel versamento della retta mensile e il numero dei nostri benefattori è diminuito, anche perché le nostre consorelle in Italia stanno maturando un’età elevata e hanno meno energia per partecipare ad incontri in modo da sollecitare i benefattori.

Avendo visitato Mixco un paio di volte, mi sono reso conto del grande beneficio che la scuola diretta da suor Gilberta esercita sulle famiglie. Ne ho parlato con il Comitato di Amicizia del quale faccio parte fin dalla sua costituzione, avvenuta nel giugno 1972, e si è fatto carico della scolarizzazione di venti bimbi, ritratti nella foto con suor Gilberta. Le necessità continuano a essere tante, per cui questa indomita missionaria spera che altri benefattori si presentino.


Raffaele Gaddoni