Massimo Ghini e Paolo Ruffini saranno protagonisti sul palcoscenico del Teatro Masini di Faenza, da venerdì 9 a domenica 11 febbraio alle ore 21, con la commedia Quasi amici, tratta dall’omonimo film di grande successo di Eric Toledano e Olivier Nakache e adattata per il palcoscenico dal regista Alberto Ferrari.
Completano il cast Claudia Campolongo, Francesca Giovannetti, Leonardo Ghini, Gianmarco Trulli, Alessandra Barbonetti e Diego Sebastian Misasi.
Tutti gli interpreti dello spettacolo incontreranno il pubblico sabato 10 febbraio alle ore 18 al Ridotto del Teatro. L’ingresso all’incontro è gratuito.
“Quasi amici – commenta il regista Alberto Ferrari è una storia importante, di quelle che meritano di essere condivise e raccontate. Anche con il linguaggio delle emozioni più̀ profonde: quello teatrale. Un adattamento per il teatro del soggetto e della sceneggiatura di Quasi amici è affascinante perché́ permette di dilatare, in drammaturgia teatrale, quelle emozioni che nascono per il cinema con un altro linguaggio, non solo visivo, ma anche filmico.
Emozioni che devono irrobustirsi però con parole e simboli precisi sul palcoscenico per poter rimandare tutti noi a un immaginario condiviso con il quale far dialogare il proprio. E partecipare.
Un uomo molto agiato, intelligente, affascinante; un uomo che vive di cultura e con la cultura vive, che si muove e conquista e soddisfa il proprio ego narcisistico con il cervello più̀ che con il corpo.
Un uomo a cui il destino ha voluto, per contrappasso, relegare a solo cervello, facendolo precipitare con il parapendio e fratturandogli la quarta vertebra cervicale e riprendendosi il corpo. Quel corpo, che era solo un bagaglio della mente, ora nell’assenza, diventa il fantasma di un’identità̀ da inseguire e recuperare.
E un altro uomo che entra ed esce di galera, sin da ragazzino, svelto, con una sua intelligenza vivace e una cultura fatta sulla strada e nei film di serie b, che ha visto. Ma decisamente smart. Un uomo che preferisce porre il suo corpo avanti a tutto e lasciare il cervello quieto nelle retrovie.
Questi due uomini – prosegue il regista – si incontrano per un caso e questo caso farà̀ sì che diventino uno per l’altro indissolubili, l’uno indispensabile alla vita dell’altro e lenitivo alla ferità fatale che ognuno ha dentro di sé. Non lo sanno ma loro possiedono un dono che ognuno può̀ donare all’altro: la leggerezza.
Come in Pigmalione assistiamo per osmosi a un’educazione alla vita e alla cultura e un’istruzione alla leggerezza. È l’assenza di leggerezza, più̀ che la malattia, che tiene ancorato sulla sedia Philippe, la sua pesantezza della vita, della sua percezione del mondo, che lo inchioda a decisioni sbagliate con la figlia adottiva, con i suoi collaboratori, ma soprattutto con sé stesso.
E l’altro uomo che ha fatto della sua leggerezza un modo per non occuparsi di nulla, di scansare ogni problema, ogni profondità̀, ogni disagio.
La loro amicizia, conclude Ferrari, una centratura, per vivere ed essere uomini un po’ più̀ consapevoli della meraviglia e poter ridere, finalmente a crepapelle.
Biglietti: da 16 a 29 euro.
Prevendite: da giovedì 8 a sabato 10 febbraio dalle ore 10 alle ore 13 presso la biglietteria del Teatro Masini.
Prenotazioni telefoniche (0546 21306): nei giorni di prevendita dalle ore 11 alle ore 13.
Diritto di prevendita e di prenotazione telefonica: 1 euro.
Biglietti online: Vivaticket
Martedì 13 febbraio tutto esaurito per Claudio Bisio e il suo spettacolo “La mia vita raccontata male”
Posti esauriti al Teatro Masini di Faenza per Claudio Bisio, protagonista, martedì 13 febbraio alle ore 21, di La mia vita raccontata male, un testo di Francesco Piccolo, diretto da Giorgio Gallione.
Sul palcoscenico il celebre attore sarà accompagnato dai musicisti Marco Bianchi e Pietro Guarracino.
Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia divertita e pensosa, un po’ catalogo degli inciampi e dell’allegria del vivere, La mia vita raccontata male– ci segnala che se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all’indietro la strada è ben segnalata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali.
Attingendo dall’enorme e variegato patrimonio letterario di Francesco Piccolo, lo spettacolo si dipana in un’eccentrica sequenza di racconti e situazioni che inesorabilmente e bizzarramente costruiscono una vita che si specchia in quella di tutti.
Dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all’impegno politico, dall’educazione sentimentale alla famiglia o alla paternità, dall’Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi, fino alle scelte professionali e artistiche che inciampano in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier, lo spettacolo, montato in un continuo perfido e divertentissimo ping-pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, racconta “male”, in musica e parole, tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo.
Perché la vita forse non è esattamente quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda. Lo spettacolo è perciò anche una indiretta riflessione sull’arte del narrare, su come il tempo modifica e trasfigura gli accadimenti, giocando spesso a idealizzare il passato, cancellando i brutti ricordi e magnificando quelli belli, reinventando così il reale nell’ordine magico del racconto. Ma, ha scritto Gabriel Garcia Marquez, le bugie dei bambini non sono altro che i segni di un grande talento di narratore.
In questa tessitura variegata e sorprendente si muove Claudio Bisio accompagnato da due musicisti d’eccezione, per costruire una partitura emozionante, spesso profonda ma pure giocosamente superficiale, personale, ideale, civile ed etica.
“Ci sono due tipi di storie – commenta Francesco Piccolo – che si possono raccontare: quelle che fanno sentire migliori e quelle che fanno sentire peggiori, ma quello che ho capito è che alla fine ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle o brutte; e ho imparato che, come i bastoncini dello shanghai – se tirassi via la cosa che meno mi piace della vita, se ne verrebbe via per sempre anche quella che mi piace di più.“