Come ampiamente previsto dopo l’eccesso di pioggia di maggio e un giugno sostanzialmente instabile da un punto di vista climatologico, sono arrivate temperature sopra la media e la siccità.

Molta la preoccupazione delle aziende agricole di Cia-Agricoltori Italiani Imola e non solo di quelle che hanno subito i danni peggiori a causa dell’alluvione e delle frane: non c’è un agricoltore o una produzione che non stia pagando, in qualche modo gli effetti del cambiamento climatico.

“Siamo passati, come indicavano tutti i modelli previsionali, da un fenomeno estremo all’altro – commenta Luana Tampieri, presidente di Cia Imola – e la crisi delle aziende agricole, così come i danni alle colture, stanno diventando incalcolabili.

Un ennesimo “paradosso climatico” iniziato con le gelate di primavera, che avevano già compromesso la produttività di gran parte dei raccolti frutticoli e orticoli, e continuato con le piogge di maggio con gli effetti devastanti che ormai conosciamo alla perfezione. Una scia di danni ancora da quantificare in maniera chiara e anche da risarcire, così come quelli da gelate, perché dopo la nomina del Commissario si è nuovamente fermato tutto, tanto che anche nei giorni scorsi la Regione ha sollecitato il Governo a intervenire il prima possibile.

L’eccesso di precipitazioni ha provocato, oltre a fenomeni estremi, anche danni generalizzati: basta guardare il bilancio della raccolta dei cereali che ha visto contrazioni produttive e qualitative considerevoli per orzo e i frumenti tenero e duro e gli effetti sulla qualità della poca frutta che si era salvata dalle gelate.

Ora dobbiamo fronteggiare nuovamente la siccità – continua Tampieri – con l’Arpae che ha già predisposto, come nel 2022, la possibile limitazione dei prelievi se il livello dei corsi d’acqua dovesse scendere al di sotto del Dmv (Deflusso Minimo vitale).

Fiume Sillaro secca 18 luglio INSTA

E, visto che nei fiumi torrentizi come il Sillaro si intravede già il greto, non credo sia un’ipotesi così remota. Alcune aziende, peraltro, hanno visto le infrastrutture irrigue pesantemente danneggiate dall’alluvione e, anche potendo, non sarebbero nelle condizioni di salvaguardare le loro colture con l’irrigazione. Ci ritroviamo, dunque, nella condizione di non poter nemmeno salvare quello che è rimasto e penso, ad esempio, alle uve che stanno già soffrendo per le alte temperature, tanto che ci sarà probabilmente una vendemmia anticipata”.

“In questa situazione i prezzi pagati ai produttori soprattutto per la frutta sono certamente“straordinari” e sarebbe una bellissima notizia, se non fosse che il prodotto da vendere manca e che questa anomalia di mercato ancora una volta pesa sulle tasche dei consumatori, che si ritrovano a pagare frutta e verdura a prezzi mai visti.

Unica nota positiva è il risarcimento per i danni da siccità 2022 che è stato assegnato alla nostra Regione dal Fondo di solidarietà Nazionale e che arriverà, speriamo, il prima possibile.

Ma, come ho già ribadito diverse volte: non possiamo andare avanti “a colpi di risarcimenti” anche perché si tratta di una macchina complessa e non sempre tempestiva.

Bisogna, piuttosto, lavorare fin da subito per creare infrastrutture resilienti ai cambiamenti climatici, per salvaguardare le aziende e i cittadini dai fenomeni alluvionali e consentire di immagazzinare l’acqua quando arriva, per poterla riutilizzare nei momenti di siccità. Non è più possibile andare avanti “a mani nude” contro un clima che impedisce letteralmente alle aziende di produrre e quindi di rimanere sul mercato”.