La partecipazione è la chiave di lettura della democrazia. Una comunità che si ascolta e che porta avanti decisioni comuni è una comunità in buona salute. Per questo abbiamo voluto approfondire la realtà dei Consigli di quartiere. Gli «organismi consultivi volontari di Quartiere», come vengono definiti nel regolamento del 2016 attualmente in vigore, sono un organo di partecipazione e consultazione dei cittadini. Ogni Consiglio, composto da un presidente, un gruppo di volontari e un’assemblea di quartiere, prova a declinare la propria funzione in base alle caratteristiche del quartiere stesso.

Ultimamente si sta pensando ad alcune modifiche del regolamento. In particolare si pensa di affiancare ai consigli già esistenti – a Faenza i Consigli dei Quartieri Borgo, Centronord, Centrosud, Granarolo e Reda – anche dei Consigli di frazione che riguarderebbero località più piccole quali Borgo Tuliero, Errano, Santa Lucia. Questa modifica comporterebbe anche una variazione nella modalità di elezione dei membri, a oggi eletti come i nove vincitori della votazione online e in carica per cinque anni. Uno dei problemi dei Quartieri è alla base: nella loro rappresentatività. Quelle del 2017 furono delle elezioni poco sentite: votarono solo 1.183 faentini (meno del 3%). Cerchiamo quindi di conoscerne meglio aspetti positivi dal punto di vista operativo.

Intervista a Gianluca Baccarini (Quartiere Borgo)

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Una festa promossa in Borgo dal Quartiere, durante i Martedì d’estate di Faenza

Gianluca Baccarini del Quartiere Borgo ci racconta: «In questi anni ci siamo spesi molto sulla partecipazione per risolvere le criticità del nostro quartiere ponendo l’attenzione su una rete capace di unire tutte le realtà associative, dalle parrocchie ai gruppi sportivi, e per permettere di raccogliere la forza del Terzo Settore. Il nostro scopo è sempre stato quello di provare a creare collaborazione tra tutti coloro che stanno al di là del Ponte. Abbiamo ad esempio avuto modo di creare un’associazione di più di quaranta commercianti, di occuparci in modo attivo della distribuzione delle mascherine durante l’emergenza Covid». Una partecipazione che porta in alcuni casi a creare feste di quartiere, come nel caso del Borgo, ma che pone anche le condizioni per una collaborazione con il Comune. Punto di forza dei consigli di quartiere è la possibilità di creare un legame con l’Amministrazione, dando la possibilità a queste realtà di intervenire avanzando proposte anche su temi importanti come il Piano urbanistico.

I limiti: poca chiarezza: spesso si salta il Consiglio e si va direttamente al Comune

Ci sono anche dei limiti in questo sistema: «Il Consiglio di quartiere ha il potere che si crea – spiega ancora Baccarini -. Nel regolamento sono esplicitati i momenti in cui è obbligatorio coinvolgere il quartiere, ma manca attualmente un riferimento dedicato espressamente a loro e quindi le richieste che provengono dai Consigli vengono processate lentamente dal comune. Questa poca chiarezza nel definire la prassi comporta che spesso si salti il Consiglio e ci si rivolga direttamente al Comune». Il ruolo del consiglio è messo in difficoltà dal fatto che viene coinvolto, ma a volte non nei modi giusti. «Il Consiglio ha un ruolo di partecipazione e di collegamento, ma non è esplicitato in che modo e in che misura. Per questo chiede di essere valorizzato in quanto strumento di congiunzione importante che serve all’Amministrazione e al cittadino in maniera costruttiva. Per questo credo che la questione non sia avere quanti più Consigli possibile, includendo anche le frazioni, ma avere dei Consigli che funzionino a pieno» conclude Baccarini.

Intervista ad Antonello Prati (Quartiere Reda)

Diverso il parere di Antonello Prati, presidente del Quartiere Reda dal 2000 al 2010, che sostiene la nascita di Consigli di frazione proprio perché il forese possa essere meglio rappresentato: «credo nei quartieri perché, soprattutto nel forese, possono aiutare il Comune, inoltre credo che i cittadini debbano essere tenuti al corrente di quel che succede. Ad esempio il cambio di raccolta porta a porta comporta che anche il quartiere si adoperi con attenzione». Questo avviene ovviamente se i Consigli sono ascoltati: «questo organismo deve avere la possibilità di essere ascoltato – continua Prati – altrimenti rischia di essere solo un elemento formale». Dunque la maggior efficienza di questo organismo dipende dallo spazio d’ascolto e d’azione che gli viene dato, anche eventualmente in collaborazione con i Centri sociali. «A Reda – racconta ancora Prati – nel periodo post-pandemia, quando la dimensione del quartiere era venuta meno il Centro sociale ha collaborato con esso in modo particolare per la sistemazione del nuovo medico, questione che riguarda tutti i cittadini».

Le ipotesi future di riforma

La proposta è quella di rendere maggiormente protagoniste alcune frazioni come Santa Lucia, Borgo Tuliero ed Errano nel contesto dei cinque Quartieri attualmente presenti (Reda, Borgo, Granarolo, Centronord e Centrosud). Le modifiche al regolamento, sulle quali dovrà pronunciarsi il consiglio comunale, allungherebbero le procedure per indire le elezioni. Quando sarà definita la nuova forma dei futuri quartieri, queste potranno svolgersi nel giro di qualche settimana.

Letizia Di Deco