Guide turistiche che non hanno come fulcro la lista dei ristoranti o alberghi più alla moda, ma le piccole e autentiche storie che rendono unico quel luogo. È di questo che si occupa gran parte della produzione della casa editrice Polaris di Faenza, ospite alla fiera Semi di futuro e che, con le proprie guide, vuole offrire ai viaggiatori un diverso modo di fruire i luoghi, non legato al turismo mordi e fuggi, ma lento e ponderato, possibile solo con una buona preparazione.

«Diamo al viaggio una valenza che è legata alla sostenibilità e a un ‘consumo’ consapevole – spiega il titolare Daniele Bosi -. Con i nostri libri promuoviamo un turismo che non sia di massa, ma ricercato, e che tenga sempre conto del contesto locale e della particolarità dei luoghi». Le guide turistiche sono tutte scritte da autori italiani: persone che abitano quei luoghi da sempre o che li frequentano in maniera continua, e che diventano di fatto dei testimoni di una realtà.

«Sono molto legato a una guida di Napoli a cura di Giusy Palumbo che abbiamo pubblicato – spiega Bosi -. L’autrice è stata in grado di raccontare delle particolarità che persino ai napoletani stessi sono poco conosciute, e quando si riesce a fare questo significa che abbiamo colto nel segno». Niente stelline o punteggi, ma un racconto di esperienze che portano alla scoperta di una Napoli vesuviana, tifatina e addirittura “himalayana”, come la definì il futurista Emilio Buccafusca trovandola accogliente quanto un rifugio alpino. Una città dove vale tutto e il suo contrario e la fine coincide con l’inizio.

«Tra i nostri autori figura anche don Tiziano Zoli – prosegue Bosi – che ha redatto la Guida di Israele. Da tantissimi anni periodicamente va in Terra Santa, e il suo testo non si limita alla descrizione di monumenti storici o di elementi culturali già noti, ma porta tutto il suo vissuto di quei luoghi nelle pagine». Il settore editoriale sta cambiando in maniera velocissima. «Ora i lettori – dice – cercano sempre alcune informazioni sul web. La carta, per me, manterrà un suo valore specifico, ma dovrà sempre più integrarsi col digitale per venire incontro alle esigenze delle persone».