“Riconoscere i cristiani Lgbt+” è stato il titolo dell’incontro che si è tenuto lunedì 27 ottobre al Seminario di Faenza, promosso e organizzato dalla Pastorale Familiare della Diocesi di Faenza-Modigliana. Un appuntamento pubblico molto partecipato, che ha visto il responsabile diocesano della Pastorale Familiare, don Stefano Vecchi, intervenire in apertura. Fra i partecipanti, oltre 150 persone, numerosi educatori, capi scout, insegnanti, sacerdoti e giovani del territorio faentino e non solo. Alcuni gruppi giovanili e di formazione hanno deciso di aderire e promuovere l’evento al loro interno.

Al centro della serata, la riflessione su come la Chiesa possa accogliere nella comunità cristiana le persone con orientamento omosessuale, a partire da una visione evangelica e inclusiva del Vangelo e della pastorale.

“La Chiesa non è una dogana”

testimonianze lgbt

L’intervento principale è stato affidato a padre Pino Piva, gesuita impegnato da anni nella formazione e nell’accompagnamento spirituale di famiglie e persone Lgbt. Il suo contributo ha toccato con profondità le basi ecclesiali e pastorali che sostengono un percorso di riconoscimento e integrazione, richiamando in particolare l’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco (2016), specialmente il capitolo 8, dedicato ad “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”. Padre Piva ha ricordato come la Chiesa sia chiamata ad “accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili”, non per sminuire l’ideale del Vangelo, ma per aprire cammini reali di grazia e di verità, senza mai rinunciare alla logica della misericordia pastorale. Come scrive Papa Francesco, «la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa». L’intervento ha toccato anche il valore della Dichiarazione Fiducia supplicans del Dicastero per la Dottrina della Fede (dicembre 2023), che ha aperto a una benedizione pastorale – distinta dal matrimonio – per coppie in situazioni “irregolari”, purché non venga oscurato l’insegnamento sacramentale della Chiesa. Nel complesso, lo stesso atteggiamento pastorale è stato mantenuto anche da papa Leone XIV in questo inizio di pontificato.

Nella seconda parte dell’incontro, spazio alla testimonianza viva del gruppo “Famiglie in Cammino” di Forlì, nato originariamente nel 2019 nell’ambito della Pastorale Familiare della Diocesi di Bologna. Due coppie di genitori di figli omosessuali hanno raccontato il proprio percorso: dallo smarrimento iniziale, dovuto spesso a pregiudizi culturali e mancanza di strumenti, alla (ri)scoperta di una nuova armonia familiare, resa possibile da un cammino di ascolto, dialogo, apertura e spiritualità condivisa.

L’incontro si è concluso con un dialogo aperto con il pubblico: domande, riflessioni e testimonianze che hanno confermato quanto questi temi siano vissuti con intensità e, spesso, in solitudine nelle famiglie e nelle comunità. L’obiettivo — come ha ricordato padre Piva — non è cambiare la dottrina della Chiesa, ma discernere, nella verità del Vangelo, come integrare nella comunità cristiana chi si sente ai margini, perché come scrive il Papa: “nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo” (Amoris Laetitia, 297).

Francesco Savorani