A partire dalla prossima settimana, la Stazione Ecologica di Faenza sarà interessata da importanti lavori di manutenzione straordinaria, finanziati dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Questi interventi mirano a migliorare significativamente l’efficienza, la sicurezza e, soprattutto, la fruibilità dell’impianto per tutti i cittadini. Le opere comporteranno però alcune variazioni temporanee ai servizi offerti.
Fasi dei lavori e modifiche ai conferimenti. Stazione Ecologica chiusa dal 15 settembre a inizio gennaio 2026
Dal 14 luglio al 14 settembre, la Stazione Ecologica di Faenza resterà aperta, ma non sarà possibile conferire alcuni materiali: sfalci e potature, inerti, metallo, pneumatici, ingombranti e vetro.
Durante questo periodo, i cittadini potranno comunque conferire questi materiali presso le Stazioni Ecologiche dei comuni limitrofi. Successivamente, dal 15 settembre all’inizio di gennaio, la Stazione Ecologica di Faenza sarà completamente chiusa al pubblico. Anche in questa fase, sarà possibile usufruire delle Stazioni Ecologiche dei comuni di Solarolo e Castel Bolognese.
Legambiente propone una soluzione alternativa per minimizzare i disagi dovuti alla chiusura del centro Hera
Il Circolo Legambiente Lamone Faenza fa notare che il problema non risiede soltanto nella mancanza di una tempestiva informazione ai cittadini, a cui è arrivato un volantino solo pochi giorni fa ma soprattutto nel grave disservizio che ne deriva.
Per molti residenti, dover raggiungere le stazioni ecologiche alternative situate a Solarolo o Castel Bolognese non è una soluzione facilmente praticabile, soprattutto in caso di conferimento di rifiuti differenziati di vario tipo.
Rischio abbandoni e proposte per una gestione più responsabile
Il timore concreto, evidenzia Legambiente, è che questa situazione spinga, per necessità, molti cittadini ad abbandonare i rifiuti presso i cassonetti stradali, aggravando così problemi ambientali e igienico-sanitari.
Per questo motivo, il Circolo propone una soluzione alternativa e immediatamente attuabile: utilizzare il centro di raccolta del Comitato di Amicizia, in via Argine Lamone Levante 1, come punto temporaneo di conferimento.
La struttura, catalogata dalla Regione Emilia-Romagna come Centro di riuso comunale, potrebbe sopperire parzialmente alla funzione dell’isola ecologica chiusa.
Tale soluzione – precisa Legambiente – richiederebbe una responsabilizzazione dei gestori e una comunicazione chiara alla cittadinanza, affinché l’utilizzo del centro sia ordinato ed efficace.
Il nodo della Tari: una soluzione possibile
Un’ulteriore criticità sollevata riguarda il mancato riconoscimento degli sconti sulla Tari per chi conferisce correttamente determinati rifiuti. Tuttavia, secondo Legambiente, si potrebbe risolvere la questione in modo forfettario, prevedendo che gli sconti vengano scalati dagli introiti di Hera, in quanto gestore e responsabile del servizio (o del disservizio).
Conti (Lega): “Servizi peggiori, Tari più alta e ora anche la stazione ecologica chiusa. I cittadini di Faenza rispettano le regole e in cambio ricevono solo disagi”
«Servizi peggiori, Tari più alta e ora anche la stazione ecologica chiusa. I cittadini di Faenza vengono trattati come un problema da spostare altrove». Con queste parole il consigliere Andrea Conti (Lega) ha commentato la chiusura progressiva della stazione ecologica Hera, sottolineando le difficoltà che la cittadinanza si troverà ad affrontare nei prossimi mesi.
Conti critica il fatto che, nonostante l’impegno dei cittadini nel differenziare i rifiuti e rispettare le regole, si trovino oggi con tariffe in crescita e servizi peggiorati. La situazione si aggraverà ulteriormente con la chiusura totale della struttura a partire dal 15 settembre, dopo le prime limitazioni già operative dal 14 luglio, che impediscono il conferimento di materiali come ingombranti, vetro, metalli, sfalci e potature.
«Una gestione inaccettabile e comunicata in ritardo»
Il consigliere definisce quanto sta accadendo un «disastro annunciato», reso ancora più grave dalla mancanza di soluzioni concrete e da una comunicazione tardiva.
«È inaccettabile che oltre 50.000 cittadini vengano lasciati senza servizi, con l’unica indicazione di recarsi nei comuni vicini», osserva Conti. E aggiunge: «Come si può pensare che un anziano o una famiglia debbano attraversare mezza provincia per smaltire pochi rifiuti?».
Tra le critiche più forti rivolte al gestore Hera e all’amministrazione, anche la mancata previsione di punti di raccolta temporanei nei quartieri, e una politica ritenuta troppo rigida rispetto all’eliminazione dei cassonetti, che – sottolinea – in questa fase emergenziale potrebbero rappresentare una delle poche soluzioni realistiche.
Le richieste: container mobili, sconti Tari e controlli contro l’abbandono
Conti annuncia che presenterà formalmente tre richieste precise all’amministrazione comunale:
– l’attivazione immediata di container mobili nei quartieri per i principali tipi di conferimento;
– una riduzione sulla Tari per compensare il disservizio;
– un monitoraggio capillare del territorio per contrastare l’abbandono dei rifiuti, che – denuncia – è già in aumento.
Il consigliere conclude il suo intervento con un appello: «Faenza merita rispetto. Non si può lasciare un’intera città senza una stazione ecologica attiva per quasi sei mesi. E i cittadini non possono continuare a pagare per l’incompetenza altrui».














