Dopo mesi di segnalazioni, i residenti della zona nord di Faenza si mobilitano per denunciare una situazione ambientale sempre più difficile da sopportare. L’associazione Faenza Eco-logica si unisce al loro appello, rilanciando la richiesta di interventi urgenti e controlli approfonditi.
Odori, fumo e sintomi: la denuncia dei residenti
A far scattare nuovamente l’allarme sono state le lettere inviate da alcune famiglie all’Ausl Romagna, in cui si lamentano odori nauseabondi, bruciore alla gola, difficoltà respiratorie e cardiache, mal di testa, disturbi del sonno e secchezza salivare, specialmente nelle ore serali, notturne e nei fine settimana, quando i centralini dell’Ausl non sono attivi.
Secondo quanto riportato dai cittadini, le esalazioni provenienti dall’area industriale situata tra l’autostrada e una centrale a biomassa sarebbero presenti da diversi mesi e si accompagnerebbero a emissioni di fumo e polveri visibili direttamente dai capannoni, bypassando i camini di scarico.
Da qui la richiesta formale all’Ausl e agli enti competenti di verificare e certificare lo stato dell’aria, con l’obiettivo di individuare le fonti di emissione e, se necessario, procedere per vie legali contro i responsabili, chiedendo nel frattempo la cessazione immediata di tali fenomeni.
Faenza Eco-logica: «Una situazione ignorata da troppo tempo»
Il gruppo Faenza Eco-logica si è schierato pubblicamente a fianco delle famiglie, esprimendo solidarietà e preoccupazione per una vicenda che definisce «annosa e dimenticata da istituzioni e politica, sia di maggioranza che di opposizione».
«Nessuno merita di vivere in un luogo insalubre» – affermano i membri dell’associazione – «ma questa condizione continua quasi invariata da anni, nonostante le numerose segnalazioni e l’impatto sulla salute dei cittadini».
Faenza Eco-logica punta il dito sui controlli ambientali, giudicati inefficaci
Faenza Eco-logica punta il dito anche contro la presunta inefficacia dei controlli ambientali, chiedendo chiarimenti in particolare a Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna), e solleva dubbi sull’assenza di indagini epidemiologiche.
«Perché – si chiede l’associazione – le istituzioni locali non hanno mai richiesto uno studio sanitario specifico per la popolazione residente a ridosso delle centrali a biomassa? Qual è il tasso di tumori e malattie respiratorie in quei quartieri?»
Le emissioni delle centrali a biomassa secondo Gianni Tamino
A sostegno dell’appello, viene citato Gianni Tamino, biologo dell’Isde – Medici per l’Ambiente, più volte intervenuto a Faenza in incontri pubblici.
Secondo le sue analisi, le cinque centrali a biomassa attive nella zona nord del territorio – Tampieri, Dister, Villa Pana, Enomondo e Caviro – bruciano complessivamente circa 720 mila tonnellate di biomasse all’anno, con un’emissione stimata di oltre 43 tonnellate di polveri e altri inquinanti in atmosfera.
A fronte di questi dati, Faenza Eco-logica invita le istituzioni a non ignorare ancora questa situazione e a mettere al centro la salute pubblica.