Giovedì 6 febbraio, alle 18, la Sala delle Associazioni di Faenza ospiterà un incontro pubblico dedicato alla presenza di PFAS nelle acque potabili. L’evento, che vedrà la partecipazione di Giuseppe Ungherese di Greenpeace, si propone di informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche legate a queste sostanze chimiche e sulle possibili soluzioni per ridurne l’impatto.

Acque senza veleni: i dati sulla qualità dell’acqua a Faenza

L’incontro nasce dalla pubblicazione del rapporto di Greenpeace “Acque senza veleni“, che ha evidenziato la presenza di PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) nelle acque potabili anche nel territorio faentino.

A Faenza, le analisi effettuate presso la fontanella di Porta Montanara hanno rilevato infatti quattro composti PFAS:

  • Acido Perfluorobutanoico (PFBA): 8,7 ng/l
  • Acido Perfluorbutansolfonico (PFBS): 1,1 ng/l
  • Acido Perfluorometansulfonico (PFMS): 1,2 ng/l
  • Acido Trifluoroacetico (TFA): 159,1 ng/l

Sebbene questi valori siano entro i limiti di legge (che entreranno in vigore con il D.lgs 18/2023 nel gennaio 2026), risultano più alti rispetto ad altre città italiane.

PFAS: cosa sono e perché preoccupano?

I PFAS sono composti chimici utilizzati in molteplici processi industriali per la loro resistenza all’acqua e ai grassi.

Tuttavia, la loro persistenza nell’ambiente e la loro capacità di accumularsi nei tessuti umani sollevano preoccupazioni per la salute pubblica, come già emerso in Veneto e in altre regioni colpite da elevati livelli di contaminazione.

Come sottolinea Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia: «Ancora oggi non esiste nel nostro Paese una legge che vieti l’uso e la produzione dei PFAS. Azzerare questa contaminazione è un imperativo non più rinviabile. Il governo deve intervenire per garantire a tutti il diritto a un’acqua pulita e sicura.»

Per questo, Greenpeace e altre associazioni ambientaliste hanno promosso una petizione nazionale per chiedere il bando totale dei PFAS e la loro sostituzione con alternative più sicure.

Un dialogo aperto con istituzioni e cittadini

L’incontro di giovedì 6 febbraio sarà un’occasione per approfondire:

  • Le fonti di approvvigionamento idrico della zona (bacino di Ridracoli, acquedotto degli Allocchi, impianti di potabilizzazione delle acque superficiali, ecc.).
  • Le analisi sulla qualità dell’acqua, con un focus sui PFAS e altri inquinanti.
  • La situazione delle acque superficiali, con riferimento ai dati 2022/2023 di ARPAE, in particolare sul fiume Lamone al ponte Mulino del Rosso.
  • Le strategie per la riduzione dell’inquinamento idrico, coinvolgendo enti come ARPAE, Ausl, Hera, Romagna Acque e l’Amministrazione Comunale.

Un punto centrale sarà anche la valorizzazione delle “case dell’acqua”, fontanelle pubbliche che rappresentano una valida alternativa al consumo di acqua in bottiglia, anch’essa talvolta contaminata da tracce di PFAS.

L’evento è organizzato dal Tavolo dell’Ambiente, che intende avviare un percorso di informazione e sensibilizzazione sulla presenza dei PFAS e sulle possibili misure per eliminarli.