Insegnare le prime frasi in italiano, organizzare le visite sanitarie, promuovere eventi e occasioni di incontro con tutta la comunità della vallata. Ma soprattutto, tessere relazioni che vadano oltre le barriere culturali. Sono queste alcune delle attività che Aila Bartolomei, 22 anni di Brisighella, sta svolgendo nel suo anno di servizio civile con l’Ami (Amici mondo indiviso). «Facendo del bene agli altri, il bene torna sempre indietro»: sintetizza raccontando quello che ha toccato con mano in questo servizio partito a maggio scorso. Alla casa dell’Ami di Fognano ha potuto conoscere le cinque donne eritree ospitate con due bambini. Sono arrivate in Italia tramite i corridoi umanitari e qui stanno vivendo un percorso di inclusione e autonomia dopo anni difficili.
Aila, 22 anni, racconta il suo servizio civile in questa realtà di accoglienza
Si tratta di ragazze più o meno della sua età, e per questo è più facile entrare in sintonia, andando al di là delle difficoltà linguistiche dei primi tempi. «Nel corso dei mesi con loro si è creato un rapporto di amicizia – commenta Aila – che però deve mantenere un certo distacco, necessario per aiutarle nel loro percorso». Da maggio a oggi, tra una lezione di italiano, una visita pediatrica e la compilazione di un modulo, Aila è entrata in contatto con le loro storie, da cui emerge un passato complesso dal quale sono riuscite a sfuggire. «Molte di loro in Eritrea hanno vissuto la prigione – spiega – e mi ha colpito in particolare quello che mi ha detto una di loro. Non riesce tuttora a vedere bene, perché è stata troppo tempo chiusa nel buio della prigionia. Anche per questo è importante aiutarle ed essere lì per loro, anche solo dando il buongiorno facendole sentire benvolute e accolte».
Al loro fianco, Aila ha visto crescere in questi mesi i due bambini piccoli, di pochi mesi, che cominciano ora a muovere i primi passettini. Le donne invece si sono sempre più inserite nel contesto sociale. «A settembre hanno organizzato una festa in occasione del Capodanno eritreo aperto a tutta la cittadinanza – ricorda – è stato un bel momento, anche se mi piacerebbe che la comunità fosse ancora più coinvolta». Aila accompagna le donne eritree anche alle lezioni di italiano promosse dalla Caritas del Monticino e al mercato mattutino: piccoli segni di una quotidianità da conquistare passo dopo passo. «Guardano al futuro – spiega – vorrebbero studiare e inserirsi dal punto di vista lavorativo, anche se non è facile. Mi ha fatto riflettere il fatto che io, poco tempo fa, non avessi voglia di andare a scuola mentre loro, proprio in virtù delle difficoltà che hanno incontrato, non vedono l’ora di tornarci».
“Con il servizio civile sono cresciuta in autostima”
Anche Aila cammina e cresce in questo percorso: dopo aver abbandonato gli studi superiori all’Iti meccanica, questa si sta dimostrando un’esperienza affascinante e appagante. «Con il servizio civile sono cresciuta in autostima – commenta – e ho potuto conoscere il settore umanitario. Anche la formazione del servizio civile è stata significativa, abbiamo affrontato argomenti sociali, individuali. Mi ha fatto tornare la voglia di completare gli studi». «Quando andiamo nelle scuole a portare la nostra testimonianza – conclude – dico sempre che il servizio civile rappresenta un po’ uno svegliarsi nel mondo in cui siamo. Io da sola non sono nessuno, mentre il fare per l’altro migliora me e la comunità, come è stato durante l’alluvione».
Samuele Marchi
Curiamo Comunità: 4 posti disponibili nel nuovo bando di servizio civile. Scadenza il 18 febbraio
Tra i progetti di servizio civile promossi dalla Caritas diocesana c’è anche Curiamo comunità, che prevede due posti per giovani dai 18 ai 28 anni presso la struttura dell’Ami a Fognano, in via Brenti 35, e due posti presso la segreteria dell’Ami a Faenza, in via Minardi 6. L’obiettivo del progetto è aumentare gli strumenti e le occasioni di inclusione offerti sia ai migranti accolti sia alla popolazione locale, per creare una comunità più accogliente e multiculturale. I volontari in servizio civile sono coinvolti nell’accoglienza di donne e dei loro figli, richiedenti asilo perché in fuga dalla guerra, presso la sede di Fognano.
La comunità locale viene a sua volta coinvolta in azioni di sensibilizzazione, grazie all’apporto dei volontari in servizio civile presso la sede di Faenza. Un posto presso la sede di Faenza è destinato a giovani con difficoltà economiche (Isee inferiore o pari a 15mila euro). Il servizio civile ha una durata di 12 mesi e prevede un impegno di 25 ore alla settimana, ed è previsto un assegno mensile di 507,30 euro. La scadenza per partecipare è il 18 febbraio (info: caritasfaenza.it).