Quando vedi il “bicchiere mezzo pieno”, dai più valore a ciò che si è salvato rispetto a ciò che hai perso. Ma quando vedi il tuo “quartiere mezzo pieno”, anche a voler essere ottimisti e pensare alla parte che si è salvata al piano superiore, un senso di vuoto ci fa sempre rigorgogliare il fango dalle valvole del cuore, come fossero i Clapet di via Ponte Romano. Proprio a voler insistere con l’ottimismo, possiamo pensare che in quei piani superiori si nasconda un messaggio dai piani veramente superiori: cioè a quanto siamo attaccati ai beni materiali da cui un giorno dovremmo staccarci per forza. Da questo punto di vista, gli alluvionati avranno il Flash Pass nella fila dell’aldilà, mentre i ricchi si accorgeranno solo allora che i cammelli dalle crune degli aghi proprio non ci vogliono passare.
Se ripenso a quella notte, mi gira ancora in testa il rumore delle pale degli elicotteri che, facendo lo stesso suono delle pale antigelo delle campagne, forse vogliono evitare che ci si congeli dentro il brutto ricordo e che muoiano le gemme che portano a nuova vita. Sono ricordi pesanti… Come ogni anno, Facebook si riempie di foto, di fango, di mucchie per ricordare ricordi che non ci sono più. Come una sconosciuta che portava a mia mamma una mia foto di nascita trovata sulle grate delle fogne (…a cui lei sarà per sempre grata). O a quella volta che l’Enel ha ridato corrente senza avvisare mentre stavo pulendo il contatore con l’idropulitrice. Ma anche ai tanti amici e sconosciuti che ci hanno aiutato mettendo in pausa per qualche settimana la logica del capitalismo. Ovvero quel modello economico per cui quando qualcuno cade e resta indietro gli altri si girano, lo calpestano, lo superano e gli dicono “eh… capita!” – da cui il nome Capitalismo. Da quel maledetto 16 maggio molte famiglie sono sprofondate in pozzo senza fondo (…e soprattutto senza fondi).

Noi alluvionati, lo sappiamo cos’è l’inferno. Ora dovremmo fare di tutto per costruire il paradiso… Grazie all’alluvione possiamo vagamente capire cosa significhi vivere in un paese in guerra, non avere una casa, non avere l’energia elettrica, vivere tra Emergency e camion militari. Possiamo capire cosa succede a scherzare con il clima, inquinando come se non ci fosse un domani (…che di questo passo probabilmente non ci sarà davvero – al di là della metafora).
Solo chi ha camminato nell’ombra può diventare luce per gli altri. Se è vero che “il battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”, magari con un po’ di impegno potrebbe diventare vero anche il contrario: “un apocalisse da questa parte del mondo, potrebbe diventare pace a battito d’ali di farfalle dall’altra”.
Perché in un mondo scaldato dall’effetto serra e mezzo distrutto dalla guerra, dove la pace è solo un accordo tra potenti… le vere terre rare non sono sottoterra, ma sono quelle in cui la pace vince sulla guerra.
Buon Alluversario a tutti!
Roberto Gorini
p.s.
….però riguardando alle foto, quella notte un po’ di magia si è persa davvero.