Secondo l’analisi di CGIL e IRES ER, nonostante l’Emilia-Romagna resti una delle regioni con il più basso rischio di povertà, la situazione economica è critica: i salari e le pensioni non crescono abbastanza da sostenere il costo della vita, aggravato dall’inflazione.

Un quadro allarmante: povertà e salari in Emilia-Romagna

Nel 2023, il 6,8% delle famiglie emiliano-romagnole viveva in condizioni di povertà relativa, con un reddito inferiore ai 1.211 euro mensili (per un nucleo di due adulti).

Sebbene la percentuale sia più bassa della media nazionale (10,6%), si registra un peggioramento rispetto agli anni precedenti.

La crisi economico-finanziaria, la pandemia e l’aumento dell’inflazione hanno influito negativamente sul potere d’acquisto. Nel 2022, ad esempio, la spesa media familiare è cresciuta dell’8,9%, superando l’inflazione (8,4%) e lasciando indietro l’aumento delle pensioni (+3,1%) e delle retribuzioni private (+1,2% giornaliere, +3,2% annue).

Disuguaglianze sociali in aumento

L’analisi di CGIL e IRES ER mette in luce diverse disparità:

  • Territoriale: le province più ricche (Parma, Modena, Bologna e Reggio Emilia) sono distanziate da Ferrara e Rimini, dove il lavoro precario è più diffuso.
  • Settoriale: nel settore “alloggio e ristorazione”, le retribuzioni sono tra le più basse (78,1 € giornalieri e 10.350 € annui).
  • Professionale: i dirigenti guadagnano oltre 5,5 volte più degli operai.
  • Di genere: le donne guadagnano in media il 68,4% rispetto agli uomini.
  • Di cittadinanza: il 43,1% degli extracomunitari percepisce meno di 15.000 euro annui.

L’appello di CGIL: risposte urgenti e un nuovo modello di sviluppo

Secondo Massimo Bussandri, segretario generale di CGIL Emilia-Romagna, la regione sta affrontando un’emergenza salariale e pensionistica. Il lavoro stabile si riduce, lasciando spazio a forme di occupazione precarie e poco remunerative, con crescenti difficoltà nel garantire il benessere sociale.

Bussandri sottolinea che la crisi della manifattura e del welfare pubblico, aggravata dagli eventi climatici estremi che hanno colpito la regione, richiede nuove politiche regionali e nazionali. Il Patto per il Lavoro e per il Clima sarà fondamentale per affrontare questi temi e invertire una tendenza pericolosa per il futuro economico e sociale dell’Emilia-Romagna.