La Cgil di Ravenna e le associazioni che rappresentano gli stranieri sono pronte a organizzare una manifestazione di protesta e chiedono la convocazione del Consiglio territoriale al prefetto Castrese De Rosa. Perché? in città “le lungaggini burocratiche per il rinnovo del permesso di soggiorno o per l’aggiornamento del permesso a tempo indeterminato” portano a “ritardi arrivati in alcuni casi a un anno e mezzo, tempi completamente diversi dai sessanta giorni previsti dalla legge”. E’ quanto emerso durante un incontro chiesto dal coordinamento immigrati della Cgil mercoledì scorso alla Casa delle Culture che si è concluso appunto con la richiesta al prefetto perché solleciti la Questura ad applicare il requisito previsto dalla legge di 60 giorni per il rilascio del permesso di soggiorno e la normativa europea e nazionale per l’aggiornamento della carta di soggiorno.
Il permesso, ricordano infatti sindacati e associazioni “permette a una persona di origine straniera non solo di lavorare ma anche di poter aprire un’attività, accedere ai servizi bancari, prendere residenza, acquistare o affittare un alloggio, e accedere ai servizi sanitari”. E i ritardi “rendono difficili i normali atti della vita quotidiana, aumentando enormemente i rischi di emarginazione delle persone. La vita e le opportunità di inserimento nella società vengono profondamente compromesse”. I ritardi “stanno raggiungendo tempistiche inaccettabili”, e le procedure per ottenerlo “sono lunghe con gravi ritardi per gli appuntamenti e i fotosegnalamenti, continui blocchi della piattaforma Prenota facile, che complicano ulteriormente la vita (anche lavorativa) delle persone straniere”.
Le associazioni evidenziano poi il problema abitativo, la necessità di affrontare lunghi processi burocratici anche per chi ha permessi senza scadenza, le difficoltà di comunicare con gli sportelli amministrativi. Tutto ciò “marginalizza ed emargina persone che vivono al nostro fianco e che aiutano a sostenere il tessuto sociale ed economico del nostro paese. Serve una procedura amministrativa che dia piena stabilità a queste persone per non renderle precarie in un’ottica di rafforzamento della coesione sociale”. Per Ivan Missiroli della segreteria della Cgil di Ravenna, dunque “l’attuale iter burocratico rende meno sicure le persone e non auguro a nessuno di vivere l’esperienza di trovarsi da un giorno all’altro senza i documenti per vivere nel paese in cui hai creato la tua vita e la tua famiglia”
(Dire)