Di seguito pubblichiamo un ricordo dell’architetto faentino Arturo Locatelli, a cento anni dalla nascita, il 22 giugno 1924. Fu attivo nel dopoguerra, pittore, scultore e insegnante, si dedicò all’architettura e all’urbanistica con progetti di design, case private, condomini, edifici di culto, scuole e con il suo impegno politico.

Arturo Locatelli è stato un architetto complesso, a volte difficile da capire e interpretare. Come persona era affabile, cordiale e soprattutto disponibile a confrontarsi con chiunque e in ogni occasione. Di lì l’interesse per l’insegnamento, l’attività politica, la coesione con i colleghi più giovani quando l’Ordine Professionale degli Architetti si spostò da Bologna a Ravenna. Il caso volle che nei nuovi timbri che vennero realizzati a lui toccasse il numero 1, numero emblematico e simbolico che lo rese il capostipite di tutti noi.

Professionalmente crebbe con Filippo Monti, grandi amici ma diversi tra loro. Anche le loro carriere professionali furono diverse e si incontrarono solo agli esordi, poi ognuno percorse la propria strada. Monti di Locatelli disse che era capace di intuizioni geniali, e che le sue opere – meno attente dal punto di vista formale delle sue – avevano però una sostanza che si conservava, sapendola vedere. È stato questo il problema dei lavori di Locatelli: progetti poco compiacenti esteticamente e nell’impatto formale ma scaturiti da ragionamenti profondi, spesso anticipatori,

Nella monografia che realizzammo alcuni anni fa trovammo un titolo che riassumeva il suo lavoro: Arturo Locatelli – Architetture sperimentali. Con Locatelli e Monti è finita un’epoca, per molti versi gloriosa per i nostri territori. Impegno di tutti – ora -dovrebbe essere di non disperderla ma di conservarla e valorizzarla. Le intuizioni di Arturo Locatelli sono ancora spendibili e fonte di ispirazione.

arch. Rita Rava e arch. Claudio Piersanti