Don Paolo (di battesimo Christian) Marasco, classe 1984, è consacrato in una delle famiglie monastiche di don Giuseppe Dossetti: nella comunità di Montetauro in Diocesi di Rimini. Originario della Diocesi di Faenza-Modigliana, consacrato con voti perpetui nel 2012, il 25 aprile scorso è stato ordinato sacerdote in Albania Meridionale, dove da diversi anni è missionario.
Don Paolo, quale legame coltivi con la nostra Diocesi?
La mia famiglia, ai tempi dei primi passi nella vocazione, non era praticante. Sono originario della Bassa, nato a Mezzano ma poi trasferito presto a Taglio Corelli di Alfonsine. Noi della Bassa siamo un po’ un altro mondo rispetto a Faenza e alle colline. Tuttavia, il mio legame con la nostra Chiesa è interiormente molto forte: prima di tutto la nostra gente, che mi ha formato al senso della Chiesa e della missione. Poi alcuni nostri preti che hanno lasciato l’impronta nella mia vita, alcuni già in cielo altri in servizio fra noi, altri miei cari amici degli anni del seminario.
Hai frequentato il seminario di Faenza?
Nel 2000 entrai in seminario minore, per la diocesi di Faenza-Modigliana. Ero l’unico ragazzo delle scuole superiori e i superiori diocesani scelsero di appoggiarmi al gruppo dei miei coetanei all’Arcivescovile di Bologna. Fu l’allora nostro vescovo mons. Italo Castellani a chiamarmi. Venne ad Alfonsine, dopo la partenza di Don Genesio dalla Parrocchia del Sacro Cuore, e celebrò un’Eucarestia. Al termine della Messa spiegò alla gente che non aveva un prete per sostituire il Parroco, perché i preti scarseggiavano. Io sentii quelle parole come un appello per me. Ricordo che dopo la Messa, il Vescovo venne a salutarmi, come faceva con tutti, e mi disse «e tu? Quando vieni con noi?». Quella sera stessa decisi in cuore che, se il Signore lo avesse voluto, sarei diventato sacerdote. Avevo 15 anni. Sapevo che c’era un altro seminarista di Alfonsine, Michele Morandi, e alla prime Cresime in Vicariato cercai di nuovo il Vescovo e esposi il mio desiderio. Mi diede la benedizione e dopo pochi mesi iniziai l’avventura. Incredibile, visto che i miei genitori non erano neppure praticanti.
I tuoi genitori sono romagnoli?
Sono nato e cresciuto nella Bassa e mi sento al 100% alfonsinese. Ma i miei sono forestieri: mio padre è calabrese, cresciuto a Como. Mia madre era di Como, poi trasferita insieme a mio padre in Romagna prima della mia nascita. La mamma è mancata proprio in questi giorni, a una settimana dall’Ordinazione. Dopo la mia scelta vocazionale ha fatto un percorso di fede bello e profondo. Ha terminato i suoi giorni terreni pregando e ringraziando Dio per ogni cosa, confortata dai Sacramenti. Sarà certamente in missione con me.
Qual è la tua missione?
Dopo il seminario minore mi sono laureato in Psicologia. In quegli anni ho conosciuto la comunità monastica dossettiana di Montetauro (Rimini) dove sono entrato nel 2005 e dove ho professato i voti perpetui nel 2012. Proprio l’anno del mio ingresso, la mia comunità ha iniziato una presenza in Albania del Sud, in un territorio a maggioranza islamica e con una presenza tradizionale ortodossa. Ho trascorsi fin dagli inizi alcuni periodi in Missione, 7 anni in totale. E’ una presenza di servizio agli ultimi, ai disabili e ai più poveri, che ci da l’occasione di annunciare il Vangelo. La comunità cattolica è formata da un centinaio di credenti, tutti provenienti da tradizioni non cristiane. Il 25 aprile sarò ordinato sacerdote per il servizio di questa missione, nella città di Berat.
L’Albania è vicina. Strano pensarla come Paese di Missione.
L’Albania è molto vicina, poco più di un’ora in aereo. Ed è ancora più vicina per i tanti amici albanesi che sono fra noi in Italia fin dagli anni ‘90. Ma è un Paese anche molto lontano, con una cultura antica e straordinaria, un bel pluralismo religioso, purtroppo anche con tante contraddizioni sociali ed economiche. Si possono trovare città moderne ed europee, come angoli di povertà estrema o villaggi completamente abbandonati. Il Vangelo ha dove splendere.
La Missione è ancora una proposta?
A Berat, dove sono parroco, la Chiesa si costruisce persona dopo persona, sul martirio consumato fino a 30 anni fa nel regime più ateo del mondo. La missione è una proposta ed è un’occasione straordinaria di vedere il Vangelo vivere. E spero sia una chiamata per qualcuno a venire e vedere! paolo.montetauro@gmail.com