Al convegno promosso dalla Pastorale sociale della Diocesi il 4 maggio scorso a Modigliana sono intervenuti direttamente alcuni degli amministratori locali, di cui riportiamo di seguito gli interventi.

Triberti (Marradi): “Nel reperimento di fondi i piccoli Comuni sono svantaggiati”

Per il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, più si è distanti dai servizi, più lo spopolamento è forte. Lo spopolamento di Marradi procede da oltre 60 anni. Oggi il Comune è sotto i 3.000 abitanti. La politica ha avuto finora poco coraggio a tutela di questi territori. Sono transitati tanti soldi nei vari comuni ma a parità coi grandi comuni, i piccoli comuni partono svantaggiati, anche perché dispongono di meno personale nei vari uffici che devono richiedere e gestire i fondi. I territori svantaggiati rispetto ai servizi, devono fare una strategia di media durata – 7 anni – ma con la burocrazia, si riducono a meno di due anni perché il bilancio della Regione deve andare in un anno e quello dello Stato o di un piccolo Comune, in un altro… Bisogna partire da un investimento sui bambini da 0 a 6 anni e metti assieme servizi per le famiglie, gli vai incontro con gli asili nido, la mobilità…A Marradi è bello stare perché è un luogo dove c’è una comunità, è bello stare, non è come stare in città. Da bambino piccolo fino ad adulto, la scommessa vera è fare strategie calate dal basso, non dall’alto dando speranza di raccontare una storia nuova, di paesi dove si vive bene, dove ill lavoro c’è. Adesso una nuova fabbrica di marroni c’è e continua ad esserci. Però consiglia ai giovani, «viaggiate, fate esperienze, poi tornate a vivere a Marradi».

Dardi (Modigliana): “Il nostro punto di riferimento è Faenza”

Il sindaco di Modigliana, Jader Dardi, afferma che la mobilità è un problema che riguarda tutti. L’Appennino è come la spina dorsale, se cede l’Appennino, cede tutto il corpo. Nel 2020, Modigliana ha avuto 22 nati, 51 deceduti, saldo negativo. Nel 2021, 26 nati, 78 deceduti. Ma 30 persone in più che sono venuti a vivere a Modigliana. Alcune famiglie sono venute a vivere a Modigliana durante il lockdown e hanno continuato a lavorare in smart working. Nel 2022, a fine aprile, solo 5 nati e 21 deceduti. L’andamento è drammatico. Eppure ci sono ancora i servizi: il collegamento con Faenza c’è e il centro di riferimento per Modigliana è Faenza, ma l’assetto amministrativo delle province non aiuta, visto che il Comune orbita in Forlì-Cesena. Infine una riflessione sulla pandemia si sono perse molte persone. Con tutti quei decessi si sono perse competenze, relazioni. Bisogna reinvestire maggiormente verso i giovani e le giovani coppie.

Composizione popolazione di Modigliana: 2007 nuclei familiari. 785 famiglie con una sola persona (39% totale famiglie),  561(28%) famiglie composte da due persone, solo il restante 67% è composto da più di due persone – con figli. Una visione che fa fatica a guardare avanti. Bisogna fare uno sforzo: nella manutenzione del territorio, rilanciare i servizi e la qualità di vita sociale, qualità ambientale, nuova forma di aggregazione nelle relazioni economiche e nel commercio, connessione alla rete, maggiore sicurezza e controllo del territorio. Il reddito pro capite del Comune di Modigliana, a livello provinciale è il terzo, dopo Cesena e Forlì. Ci sono le premesse per lavorare e Modigliana può essere un punto di attrazione per altre comunità.

Vietina (Tredozio): “Abbandonare la montagna significa anche recare danno alla città, come nel caso della regimazione delle acque”

Per il sindaco di Tredozio, Simona Vietina, collegata in video per impegni dovuti al suo impegno a Roma come Parlamentare della Camera dei Deputati, i nostri territori sono belli ma continuano a spopolarsi. Molte sono le iniziative messe in campo dalle varie Amministrazioni comunali anche apprezzabili. La valorizzazione, promozione e la tutela dell’Appennino però dei bei territori montani, non può essere delegata solo ad Amministrazioni comunali che gestisce risorse limitate. La montagna affronta ancora tanti difficoltà, servizi, mobilità, istruzione, imprenditoria che fatica ad investire. Ho fatto numerose interpellanze parlamentari per aiutare la montagna. Abbandonare la montagna significa anche recare danno alle città a valle. Non si riesce a mantenere la regimazione delle acque a città come Faenza o Ravenna se le colline non fossero state abbandonate. Serve un aiuto concreto alla montagna. Aiuto al trasporto pubblico e al sistema distributivo commerciale. Compito delle istituzioni nazionali e regionali, porre in atto strategie concrete per non disperdere la ricchezza della comunità montana. Anche l’Unione dei Comuni si è rivelata un fallimento. Bisogna che i cittadini della montagna riescano a ottenere tutti i servizi come i cittadini delle città. «Il mio impegno è di portare le aree montane nelle aree interne. Tutti noi amministratori delle montagna facciamo il massimo col poco che abbiamo».

a cura di Roberta Tomba