Riguardo ai ristori post alluvione, il sindaco di Modigliana Jader Dardi ha reso noto nei giorni scorsi che «proseguono quotidianamente i contatti con la Struttura del Commissario e la società Sogesid per completare l’iter dei pareri necessari all’ottenimento delle autorizzazioni per avviare i cantieri per la ricostruzione che riguardano direttamente il territorio e le infrastrutture del Comune. Nei prossimi giorni il colonnello La Torre sarà a Modigliana per un incontro di approfondimento». Per quanto riguarda la presentazione delle domande di ristoro, visto che molte aziende agricole del territorio, privati e imprese hanno subito danni ingenti a seguito delle numerose frane, il sindaco ha aggiunto che «a oggi sono state presentate 13 domande di riconoscimento del danno da parte di altrettanti privati, di queste tre sono al secondo livello, due sono state approvate e riconosciuta la liquidazione del danno, una per 326mila euro e l’altra per 86mila euro. Somme importanti, a fronte di danni enormi che i privati e le imprese hanno subito nel nostro territorio. Per molte situazioni – ha aggiunto il sindaco – i costi di presentazione delle domande sono molto elevati perché occorrono una relazione geologica, una agroforestale e una ingegneristica, ma è importante presentare le domande, non abbandonare l’idea del riconoscimento del danno che nel nostro territorio è stato ingentissimo. Rinnovo l’invito ai privati e alle imprese che hanno subito danni a presentare la domanda, rivolgendosi anche allo sportello istituito dalla Struttura del Commissario per accompagnare i privati nella presentazione delle domande; il più vicino è a Faenza al n. 3 di via XX Settembre, ma altri sono stati allestiti a Forlì, Lugo e Cesena. Mi auguro che la liquidazione del danno alle due prime pratiche autorizzate – ha concluso Dardi – possa essere di stimolo verso i tanti cittadini che hanno diritto al rimborso, ma ancora non hanno completato la presentazione della domanda».

Manuele Malavolti “tempistiche per il risarcimento troppo lunghe”

L’azienda agricola, diretta dalla famiglia Malavolti, nata nel 2014 con l’acquisizione e il subentro in una storica azienda del territorio, conta venti ettari di terreni coltivabili situati nelle verdi colline romagnole, in direzione Tredozio.

manuele

Malavolti, come sono andate le domande per i ristori?

Mi risulta che siano state molte le domande presentate dagli agricoltori perché sono stati enormi i danni causati dalle frane che hanno colpito il nostro territorio. A oggi non abbiamo notizie dei ristori. Le domande sono state esaminate, ma molte sono state messe in stand-by o sono state chieste integrazioni, cioè altre perizie costose aggiuntive. È rimasto tutto fermo ma il tempo passa e noi agricoltori non vediamo nulla. Le tempistiche per il risarcimento si stanno rivelando troppo lunghe e non sappiamo come andremo a finire. Abbiamo perso tutto il raccolto del 2023 e abbiamo molti campi e strade interpoderali da ripristinare, per poter riprendere a coltivare tutto. Se non arrivano i rimborsi, non si va avanti. Ripristinare costa.


Come sta andando l’attività?

Nonostante molti campi siano ancora devastati dall’alluvione, l’annata si sta rivelando buona. È caldo, ma per adesso visto che i laghi artificiali e gli invasi sono ancora pieni e non c’è siccità non ci sono problemi. Lo scalogno di Romagna che coltivo ha dato un buon raccolto. Anche per la frutta, come annata, si prospetta buona. Mi risulta invece che i cereali non stiano dando una buona resa.


Avete avuto problemi a reperire i concimi e i pezzi di ricambio?

I prodotti e i concimi si trovano facilmente e il loro prezzo è un po’ diminuito. Ma i pezzi di ricambio e i macchinari hanno ancora dei costi troppo alti. Cambiare attrezzatura è un impegno gravoso e anche il costo dei carburanti si mantiene alto. Per questo tutti i lavori di ripristino dalle frane siamo costretti a farli in economia e quando si ha il tempo.


Come vedi il futuro del tuo lavoro?

Essere agricoltori non è solo un lavoro, comporta anche mantenere il territorio e custodire l’ambiente. Ma se le spese per produrre continuano ad aumentare e non aumenta di pari passo il prezzo al quale vendiamo i nostri prodotti e i risarcimenti per i danni da frane tardano, non si va avanti.

Roberta Tomba