Aprire le porte della propria casa a chi fugge dalla guerra. Dopo l’accoglienza di una cinquantina di profughi ucraini alla casa Bersana di Celle e al monastero di Santa Chiara, la Caritas di Faenza-Modigliana si sta attivando ora nel coordinare l’ospitalità data dai privati. Anche una famiglia faentina della parrocchia del Paradiso, legata al Movimento dei Focolari e alla comunità Nuovi Orizzonti, dal 19 marzo si è buttata nell’avventura dell’accoglienza. Un sì detto subito, quello di Lara, 31 anni, madre di una bimba di 11 anni. Un gesto quasi incosciente frutto della fiducia nell’amore di Dio e nella sua provvidenza. «Il 18 marzo mi chiama il direttore Caritas, don Marco Ferrini, per chiedermi conferma della disponibilità ad accogliere profughi che avevo manifestato con un form online – spiega Lara -. Non avevo nemmeno avvisato i miei genitori, che ufficialmente sono i padroni di casa: mi getto sempre a capofitto quando c’è l’occasione di aiutare chi ha bisogno. Mi sono immaginata la scena di Giuseppe e Maria che scappano in Egitto e bussano alla porta di sconosciuti per chiedere ospitalità».
Lara della parrocchia del Paradiso ha accolto una mamma e una bambina ucraine fuggite da Kiev
Non trascorrono nemmeno 24 ore. Don Marco annuncia che il giorno dopo sarebbero arrivate una mamma ucraina con sua figlia. «L’emozione è unica – ricorda -, ma razionalmente c’è ancora tutto da organizzare: tra il lavoro e recuperare mia figlia al catechismo, sarei arrivata a casa giusto pochi minuti prima, con le reti e i materassi da spostare, le lenzuola da preparare…mia figlia chiama subito una sua amica e insieme preparano un biglietto di benvenuto». Così accolgono Viktoria, 29 anni, e Sasha, sua figlia di 3 anni. Sono reduci da un viaggio iniziato giorni prima a Kiev con dieci ore di treno per raggiungere il confine con la Moldavia, che hanno attraversato a piedi. «Viktoria era visibilmente impaurita – dice Lara -. Il marito è rimasto in Ucraina. Sua madre accudisce le due nonne troppo anziane per abbandonare il Paese. Nei primi giorni faceva fatica a trattenere le lacrime. La bimba invece ha mostrato subito tanta voglia di giocare». Tra Caritas, Centro di aiuto alla vita, Nuovi Orizzonti, focolarini e altre realtà (Piedibus e catechismo), si dà vita a una catena di solidarietà.
In un giorno sono arrivati viveri da riempire il frigo, vestiti, albi illustrati, bici, coperte. «Comunicare non è facile, non parlano inglese – prosegue – ci aiutiamo con Google traduttore che delle volte ci fa strappare qualche risata per traduzioni bizzarre».
E anche la risata per una traduzione errata può aiutare a trasformare le lacrime iniziali in sorrisi. Col tempo la vita di Viktoria in questa nuova casa inizia a riempirsi di abbracci e condivisione fraterna. Anche un aperitivo in salotto con Lara è il segno di una serenità ritrovata. «In Ucraina faceva l’estetista e, in attesa di rientrare, vorrebbe esercitare anche qui, e ci stiamo muovendo in tal senso valutando l’apertura di una partita Iva. Stiamo avviando anche le pratiche per iscrivere la bambina all’asilo. A volte Viktoria teme di disturbarmi, ma le rispondo sempre che ho scelto io che venisse qui. La considero la sorella che non ho mai avuto…».
A Faenza in 60 famiglie hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i profughi ucraini
In tutto sono una sessantina i privati come Lara che hanno dato la loro disponibilità di accoglienza alla Caritas. «Continuano ad arrivare persone – spiega don Marco Ferrini -. Questa settimana siamo in attesa di 5 profughi, numeri minori rispetto ai giorni scorsi, ma la situazione va monitorata». Si lavora poi per garantire la miglior integrazione alle famiglie. «Abbiamo concluso le pratiche per l’inserimento scolastico di vari bambini» fa il punto don Marco. Chi avesse disponibilità di un alloggio può scrivere a caritasfaenzaperucraina@gmail.com
Il Coordinamento cittadino propone poi alle associazioni un form online per raccogliere le disponibilità di corsi e attività educative: https://forms.gle/3tySEr5yHDhxDV7d9
Maria Chiara Campodoni
Samuele Marchi