Legare territorio e comunità con un nuovo stile di fare impresa, per garantire servizi essenziali e dare un futuro alle frazioni montane o periferiche. Nascono con questi obiettivi le cooperative di comunità, ed è questa la proposta che è emersa dall’incontro pubblico del 19 novembre a San Cassiano di Brisighella. L’incontro, promosso da Confcooperative Romagna con la collaborazione del Comune e del circolo Camino Verde, ha visto una cinquantina di partecipanti iniziare un percorso per trovare soluzioni ai bisogni della comunità di San Cassiano. In primis, l’imminente chiusura del negozio alimentari, presidio fondamentale che garantisce servizi essenziali a una popolazione di circa 250 abitanti. Dare vita a una cooperativa di comunità che si faccia carico della gestione di una bottega alimentare potrebbe rappresentare una soluzione per garantire questo servizio al territorio e creare posti di lavoro per i giovani. E, guardano oltre, potrebbe sviluppare ulteriori servizi per rendere attrattiva San Cassiano, come per esempio un’attività di ristorazione. Oppure potrebbe offrire nuovi servizi di cui la popolazione ha bisogno, come spazi nei quali svolgere corsi di alfabetizzazione digitale per anziani.

Cosa sono le cooperative di comunità

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Franco Zaccherini e il sindaco Pederzoli.

Creare cooperative di comunità significa portare nuovi servizi di prossimità, nuovo lavoro e nuovo sviluppo così da sconfiggere la marginalità e l’isolamento. Una forma di impresa innovativa per offrire servizi di prossimità e creare posti di lavoro a km 0. La cooperativa di comunità è un modello di innovazione sociale, dove i cittadini-soci sono produttori e fruitori di beni e servizi. “Girando l’Italia per lavoro, ho conosciuto le potenzialità di queste cooperative di comunità, che potrebbero adattarsi ai nostri bisogni – ha introdotto l’incontro Franco Zaccherini, presidente del Camino Verde -. Un tempo anche in una piccola realtà come San Cassiano c’era tutto, poi nel tempo diversi pezzi sono venuti a mancare, e ora bisogna trovare nuove soluzioni”.

Non è in ballo solo la questione, pur importante, di vendere pane e salumi: solo garantendo questi presidi, puntando sulla qualità, è possibile cercare di invertire la tendenza dello spopolamento delle aree montane. “È importante che da serate come queste vengano fuori idee e proposte – ha aggiunto il sindaco di Brisighella, Massimiliano Pederzoli – anche perché il tema è delicato. C’è necessità di mantenere il presidio sul territorio nonostante l’invecchiamento demografico, ed è possibile fare questo solo se vengono garantiti i servizi. Per fare questo ci vuole però anche un cambio di mentalità: dobbiamo cercare di pensare a soluzioni diverse con idee nuove, e le cooperative di comunità vanno proprio in questa direzione. Se per la loro realizzazione può essere d’aiuto anche un input politico, l’Amministrazione c’è”.

L’esempio di San Leo, ridare vita al forno del paese

Pierpaolo Baroni e Giacomo Gori, di Confcooperative Romagna, hanno poi illustrato nel dettaglio come funzionano le cooperative di comunità e quali sono gli esempi virtuosi già nati in Emilia-Romagna. A San Leo, per esempio, è nata “Fer-menti leontine”, una cooperativa di comunità che ha attualmente 70 soci (su una popolazione di poco più di un centinaio) ha preso in gestione la riapertura dell’antico forno del paese. “Per certi versi – ha sottolineato Baroni – la cooperativa di comunità è una ‘strana’ cooperativa, perché non ha solo un obiettivo, ma cerca di rispondere a varie esigenze. Per questo deve nascere ed essere cucita addosso alle singole realtà, come San Cassiano”. Da qui è partita la riflessione dei partecipanti per capire quali sono le esigenze fondamentali alla quale questa cooperativa di comunità potrebbe rispondere. “A livello operativo, però, come muoversi?” hanno chiesto i residenti di San Cassiano. “Per esperienza con altre cooperative già nate, soldi e finanziamenti per avviare l’attività di impresa – ha risposto Baroni – non sono il reale problema in questa fase: prima è importante capire cosa si vuole realizzare”. Dunque, avviare una riflessione di idee e proposte capaci di guardare al lungo periodo, tramite un percorso partecipativo e scambio di idee. A livello pratico, sarebbe poi possibile trasformare la società cooperativa Camino Verde, in una cooperativa di comunità, con modifica dello Statuto e allargamento dei soci, offrendo così i propri spazi. “Per loro natura – spiega Baroni – le cooperative di comunità sono sempre aperte all’ingresso di nuovi soci e non comportano particolari rischi d’impresa per i singoli soci, chiamati all’ingresso con una quota sociale che è di minimo 25 euro”.

I prossimi appuntamenti

Il prossimo step di questo percorso, al quale sono invitati tutti i potenziali interessati, sarà martedì 30 novembre, sempre al Camino Verde di San Cassiano, dove verrà definito al meglio il progetto e business plan. Successivamente si è ipotizzata una presentazione pubblica del progetto a Brisighella, mercoledì 15 dicembre.