Ridurre l’impatto ambientale e ideare nuove soluzioni per dare vita a “il pianeta che speriamo”. Un cambio di paradigma che, al di là delle soluzioni tecniche, deve partire prima di tutto dalle persone e dalle comunità. Un cambio di stili di vita e di mentalità, insieme, per la creazione di distretti energetici che sappiano guardare non solo agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 ma anche oltre, superando il provincialismo e mettendo in rete le competenze.
La transizione ecologica ha portato nel dibattito tanti concetti e termini a cui il cittadino – ma anche il professionista, a volte – non era preparato. E, in questo scenario, la carenza di materie prime e l’aumento del costo dell’energia in bolletta portano ulteriori elementi di disorientamento e sfiducia verso il futuro.
Appuntamenti per superare queste criticità sono stati, nei giorni scorsi, i Faenza energy days, promossi dal Comune di Faenza. Appuntamenti e tavole rotonde che volevano avvicinare il pubblico a questi temi facendo sintesi e condividendo buone pratiche ed esperienze sul territorio.
Al Mic, il 14 ottobre, per esempio, si è parlato di “Efficientamento energetico, in casa e nel lavoro, nel presente e nel futuro di Faenza”. Sono intervenuti Marco Caroli (Stone Pine), Jessica Curcio (Schneider Electric), Luca Ortolani (assessore all’Ambiente), Luca Laghi (Certimac) e Pierluigi Zanotti, dirigente di Esco Solution, una energy service company che offre consulenze professionali e soluzioni per l’efficientamento dell’energia elettrica e termica delle aziende.
Intervista a Pier Luigi Zanotti: «Impreparati al cambiamento»
Pierluigi, che definizione dai all’espressione “efficienza energetica”?
Una definizione di efficienza energetica è fare le stesse cose consumando meno. Vero. Ma l’intuito (e i dati) ci dicono che non basta, è necessario anche non fare le stesse cose. Se c’è una cosa di cui siamo sicuri, in questo mondo dominato dall’incertezza, è che tutto sta cambiando, sempre più velocemente. E che rimanere fermi non si può, è come andare indietro. Certamente ci sentiamo dentro una transizione. L’ecologia ci dice che la natura è continuamente in transizione, non è una cosa che capita ogni tanto, è la condizione di vita di tutti. E chi non cambia si estingue. Il gioco è semplice, piaccia o no.
Come si sta preparando il nostro territorio alla rivoluzione energetica in atto?
Onestamente dobbiamo dirci che non siamo pronti. Due esempi. I titoli dei giornali in questi giorni sono dedicati all’impennata dei costi del metano, e quindi dell’energia elettrica, e allo tsunami nel settore edilizio provocato dagli incentivi del Superbonus. Le nostre aziende e noi come consumatori ci siamo fatti trovare clamorosamente impreparati. Perché? Intanto perché all’energia abbiamo dedicato poco tempo e poca attenzione, è sempre stata una soluzione più che un problema, e i costi sono sempre stati bassi, diciamolo. Quindi non è mai al primo posto dell’attenzione. E poi perché il nostro territorio soffre di dimensioni aziendali piccole, cosa che rallenta l’innovazione e limita la capacità di confrontarsi con sfide globali, quelle che ci attendono.
Come fare ad aiutare il nostro territorio a diventare “adulto”, ad affrontare meglio le sfide che lo attendono, il futuro? Come attrezzarsi al cambiamento?
Il futuro, che ci piaccia o no, arriva, inesorabile. Bisogna lavorare su due direttrici: innovazione e connessioni. Vediamo che le aziende e i privati non progettano, non gestiscono il rischio energetico, non pianificano. Qui il ruolo dei professionisti, di chi si occupa di scuola e ricerca è fondamentale, per portare idee e accompagnare nei processi, mentre molto spessi ci si limita a fare il minimo e a “tirare indietro la gamba”. E il mondo delle aziende artigiane, dei consorzi, della cooperazione, della politica deve attivarsi per pensare in connessione, perché le sfide che abbiamo davanti sono complesse, non riusciamo a risolverle se non cominciamo a lavorare insieme. Nel futuro ci servirà molta energia.
Samuele Marchi
Dossier Energia e futuro di Faenza
Marco Caroli (Stone Pine): fotovoltaico e digitale, come sarà la casa del futuro?
Costruire città a emissioni zero: approfondimento con Luca Laghi (Certimac Faenza)
L’energia si fa in casa col microfotovoltaico: dal 2012 il progetto di Massimo Berti