Sono in crescita, anche in provincia di Ravenna, le persone che sviluppano una dipendenza da sostanze. Nel 2024 gli utenti che si sono rivolti ai Serdp provinciali sono stati 3.442 (circa 400 casi in più rispetto al 2023). In tutto 1.800 le persone che hanno chiesto aiuto per uscire da una dipendenza da droga o farmaci, i restanti invece sono seguiti per alcool e disturbo da gioco d’azzardo. Il 72% degli utenti è costituito da uomini, con un’età media di 44 anni. Per approfondire questi numeri allarmanti abbiamo incontrato Elvira Speranza, nuovo direttore dell’unità complessa dipendenze patologiche del Serdp di Ravenna.
Intervista a Elvira Speranza, direttore dell’unità complessa dipendenze patologiche del Serdp di Ravenna
Dottoressa Speranza, focalizzandoci sulle droghe, qual è la sostanza di cui si fa maggiormente abuso?
Dai dati a disposizione dei tre Serdp provinciali (Ravenna, Lugo e Faenza) emerge che il 48% degli utenti chiede aiuto per l’abuso di sostanze stupefacenti. Il 60% usufruisce dei nostri servizi per dipendenza da eroina, ma tra i nuovi ingressi cocaina e crack risultano le sostanze di cui si fa maggiormente uso (rispettivamente 35% e 38 %). In particolare, l’incremento delle persone con dipendenza da crack (una miscela di cocaina e bicarbonato di sodio o ammoniaca, assunto per inalazione) sta portando all’investimento di risorse e alla progettazione di nuovi modelli di presa in carico. Si tratta di una sostanza con un grande potere additivo e chi ne fa uso sviluppa un rapporto di dipendenza con molta velocità. Inoltre per il crack, come per la cocaina, non esistono, a oggi, farmaci specifici, e questo rende il trattamento ancora più complesso, portando gli specialisti a prediligere un approccio psico-socio-educativo e l’integrazione con percorsi residenziali svolti presso comunità terapeutiche.
Nuove droghe sintetiche: sono un problema anche a Faenza e in provincia di Ravenna?
È difficile fare una stima sull’utilizzo di queste sostanze, essendo complessa la ricerca mediante esami tossicologici. Sul territorio della provincia di Ravenna, alcuni utenti hanno riferito l’uso di queste nuove droghe sintetiche, spesso in associazione ad altre sostanze psicoattive. Nel 2024 si sono rivolti ai Serdp circa dieci persone, soprattutto per l’abuso di catinoni come mefedrone e Mdpv.
Dipendenza da farmaci: numeri in crescita anche nel nostro territorio?
No, non stiamo ravvisando un incremento relativo alla dipendenza da farmaci, su prescrizione medica. Nel 2024 sono stati registrati 28 accessi ai nostri sevizi, di persone con problematiche relative a dipendenza da farmaci sedativi-ipnotici e da farmaci antidolorifici oppioidi, come ad esempio l’ossicodone.
Fentanyl, la cosiddetta “droga degli zombie”, che tanti danni ha causato negli Usa. È arrivata anche sul nostro territorio?
I Serdp dell’Ausl Romagna tra ottobre e novembre dello scorso anno hanno partecipato al programma regionale di ricerca del Fentanyl, negli esami urinari di tutti gli utenti in trattamento per uso di sostanze stupefacenti. Nella nostra provincia non è stato riscontrato alcun caso, tuttavia è necessario tenere alta la guardia e mettere in atto azioni preventive, per fronteggiare questa problematica che in altri territori appare emergente. Verrà dunque predisposta una progettazione mirata, riguardante il Fentanyl.
Una sostanza legale, ma che presenta rischi evidenti è l’alcol. Qual è la situazione sul nostro territorio?
L’alcol rappresenta una sostanza ampiamente diffusa. Le statistiche nazionali evidenziano, tra l’altro, che si tratta di una problematica sommersa, in quanto solo il 10% delle persone con disturbo da uso di alcol si rivolge ai Serdp. In provincia di Ravenna, circa il 40% di utenti ha problemi correlati all’abuso di alcol, che si connotano per un’elevata complessità clinica.
È un problema che riguarda soprattutto i giovani?
Nel nostro territorio in realtà cresce l’accesso da parte di persone over 50 (40% degli utenti totali affluiti per dipendenza da alcol), sconosciute dai nostri servizi o in trattamento per altre dipendenze. La fascia di età 18-35 rappresenta il 26% del totale, mentre il target di persone tra i 36 e i 50 anni, il 34%. Le persone under 18 attualmente in cura sono pochissime unità. Si tratta però di un dato sottostimato, rispetto alla reale portata del problema, in quanto molte persone continuano a non rivolgersi ai Serdp per vergogna, timore dei giudizi altrui oppure perché non sono ancora consapevoli del problema. Relativamente all’abuso di alcol non è da sottovalutare, soprattutto nei giovanissimi, il fenomeno del binge drinking, la cosiddetta abbuffata alcolica, che consiste nel bere 4 bicchieri di vino o lattine di birra per le donne, 5 per gli uomini. Questo può portare all’intossicazione alcolica acuta. C’è infine un altro dato che desta preoccupazione.
Ovvero?
Si tratta del bere femminile, spesso relegato nella sfera del sommerso, in quanto le donne, più degli uomini, tendono a non chiedere aiuto per paura di essere stigmatizzate.
Nel 2024, il 27% degli utenti in carico ai Serdp della provincia di Ravenna per disturbi da uso di alcol è rappresentato da donne. Che motivazioni ci sono dietro all’abuso di sostanze?
La motivazione più comune è la ricerca di un piacere immediato, elevato e accessibile. Il consumo di sostanze stupefacenti infatti stimola il sistema della ricompensa presente nel cervello e dà quindi un senso immediato di appagamento e sollievo. Le sostanze possono rappresentare un tentativo disfunzionale di autocura, di fronte a eventi negativi o a stati emotivi difficilmente gestibili. Il consumo protratto e ravvicinato può poi compromettere i circuiti cerebrali che consentono all’individuo di autoregolarsi e allora può subentrare la dipendenza, vera e propria malattia.
Come uscirne?
Quando una persona, di qualunque età, fa accesso al Serdp il primo passaggio è sempre l’accoglienza. Ascoltiamo chi abbiamo di fronte e pianifichiamo un primo intervento, a supporto della motivazione al cambiamento. Vengono programmati poi uno o più colloqui di accoglienza per valutare i bisogni e le richieste della persona. Poi, in riunioni d’équipe si definiscono gli incontri con i professionisti ovvero medici, psicologi, educatori, assistenti sociali e infermieri, per effettuare un percorso di osservazione e diagnosi e valutare se è presente un problema di uso dannoso o dipendenza.
In questo caso, quali sono i percorsi terapeutici?
Il percorso di cura è personalizzato e può prevedere un’ampia varietà di interventi: visite mediche, colloqui psicologici, trattamenti farmacologici, controlli tossicologici, interventi socioassistenziali e percorsi educativi. I trattamenti possono essere realizzati tramite incontri individuali, di gruppo oppure coinvolgendo i familiari o il partner. Tutto questo viene fatto in collaborazione con la rete locale dei servizi sociali e ospedalieri dell’Ausl Romagna. Voglio sottolineare che l’accesso al Serdp è sempre libero, non è necessaria l’impegnativa del medico curante. Tutti gli interventi sono gratuiti e vengono svolti nel pieno rispetto della privacy.
Mettete in campo anche attività di sensibilizzazione sul territorio?
Sì, organizziamo interventi di informazione e sensibilizzazione presso le scuole, i gruppi parrocchiali, le case della comunità, i centri di aggregazione giovanile, in collaborazione con gli enti del terzo settore del territorio. Su Faenza questi interventi vengono attivati mediante il progetto “Fra le Righe”.
Samuele Bondi














