Dopo 12 anni si è chiuso ufficialmente il mandato di Tonino Bernabè da presidente di Romagna Acque. Oggi, ha stilato il bilancio del suo operato: “Lascio una società migliore di quella che ho trovato”.

Le cifre chiave dell’azienda

Tonino Bernabè è entrato nel cda di Romagna Acque per la prima volta nel 2006, diventando vice presidente nel 2008 e poi presidente dal 2013 ad oggi. Nel 2006 venivano indicati 4 rappresentanti per ogni territorio provinciale, per poi passare, con la riforma “Lanzillotta”, a 5 componenti (considerando anche la normativa per il rispetto della parità di genere nella rappresentanza). L’azienda ha consolidato il valore della produzione (ha chiuso l’esercizio 2024 generando un valore di oltre 69 mln di Euro e un utile netto di quasi 8 mln di euro, contro i quasi 6 milioni di euro dell’Esercizio 2023), generando un incremento rispetto alla iniziale previsione di budget di quasi 2 milioni di euro. 

All’inizio della presidenza di Bernabè, Romagna Acque aveva 101 dipendenti (24 donne e 77 uomini), oggi sono 161 (con 4 dirigenti, 8 quadri e la parte restante suddivisa tra impiegati tecnici e amministrativi e operai per la gestione di reti e impianti). 

Nel frattempo, la società che gestiva unicamente la diga di Ridracoli oggi gestisce in area vasta tutto il complesso delle diverse fonti di superficie e sotterranee, oltre alle reti e agli impianti. Nei 12 anni di presidenza di Bernabè (considerando i bilanci dal 2013 al 2024) il dividendo complessivo dato agli azionisti ammonta a oltre 64 milioni di euro.

Gli interventi principali nel ravennate

A livello di interventi infrastrutturali, ecco i principali realizzati in questi anni nella nostra provincia: la realizzazione del potabilizzatore della Standiana a Fosso Ghiaia (inaugurato nel 2015) e la realizzazione delle relative condotte adduttrici per i collegamenti di rete; gli interventi sul Canale Carrarino ed il collegamento con la Canaletta Anic (per salvaguardare anche gli usi industriali del petrolchimico (Eni – Versalis) e le necessità ambientali (in primis quelle della Valle della Canna), il raddoppio della condotta adduttrice verso Russi-Lugo-Cotignola e la riconfigurazione del Potabilizzatore Bassette (realizzato negli anni ’60), con anche la manutenzione straordinaria delle vasche.

La società degli asset

Il 1 gennaio 2026 Romagna Acque diverrà la Società patrimoniale unica delle reti e degli impianti a scopo potabile. Nella sua storia nel 2004 Romagna Acque diventò anche Società delle fonti (grazie al trasferimento del ramo d’azienda da Hera), gestendo effettivamente dal 1 gennaio 2009 tutto il complesso delle fonti locali romagnole (di superficie, di falda, di tipo sorgentizio o alimentate da sub alveo dalle conoidi). 

Ora l’ulteriore passaggio comporta il trasferimento alla società di 5 rami patrimoniali: quello riminese di Amir e Sis, Unica Reti di FC e quelli da Ravenna Holding e da Team per la Bassa Romagna. Romagna Acque vedrà un sostanziale raddoppio dei propri valori patrimoniali trasferiti, grazie all’emissione di azioni di tipo speciale che si affiancheranno alle azioni ordinarie, visto che i Soci delle Società delle reti conferenti e di Romagna Acque sono praticamente gli stessi.

Questi rami continueranno a generare un canone che garantirà flussi di cassa e preziosa liquidità atta a finanziare una maggiore capacità di investimenti, vista la pressante richiesta dei Comuni romagnoli di risposte progettuali post alluvione e tempi certi. Ciò rappresenterà anche una maggior responsabilizzazione di Romagna Acque in termini di Asset management.

Il saluto di Bernabè

“In questi anni, ho lavorato cercando di consolidare il ruolo e l’importanza di Romagna Acque – ha detto in conclusione Bernabè – così come avevano fatto i presidenti che mi hanno preceduto. La soddisfazione maggiore è proprio questa: aver lasciato una società migliore rispetto a quella che avevo trovato”.