Leone XIV, oggi pomeriggio, ha ricevuto i partecipanti all’incontro internazionale “Sacerdoti felici – «Vi ho chiamato amici» (Gv 15,15)”, promosso dal dicastero per il Clero. Il ritrovo è stato all’Auditorium Conciliazione.

Il sacerdote è un amico del Signore

“Con questo momento di scambio fraterno, uno scambio internazionale – ha premesso il Papa – possiamo valorizzare il patrimonio di esperienze già maturate, incoraggiando creatività, corresponsabilità e comunione nella Chiesa, affinché ciò che è seminato con dedizione e generosità in tante comunità possa diventare luce e stimolo per tutti”. Per Prevost il sacerdote “è un amico del Signore, chiamato a vivere con Lui una relazione personale e confidente, nutrita dalla Parola, dalla celebrazione dei Sacramenti, dalla preghiera quotidiana. Da qui, “tre implicazioni per la formazione al ministero sacerdotale“.

Cammino di relazione

Prima: “la formazione è un cammino di relazione. Diventare amici di Cristo significa essere formati nella relazione, non solo nelle competenze. La formazione sacerdotale, pertanto, non può ridursi ad acquisizione di nozioni, ma è un cammino di familiarità con il Signore che coinvolge l’intera persona, cuore, intelligenza, libertà, e la plasma a immagine del Buon Pastore. Solo chi vive in amicizia con Cristo ed è permeato del suo Spirito può annunciare con autenticità, consolare con compassione e guidare con sapienza. Questo richiede ascolto profondo, meditazione, e una ricca e ordinata vita interiore“.

Costruttori di comunità

Seconda: “la fraternità è uno stile essenziale di vita presbiteraleDiventare amici di Cristo comporta vivere da fratelli tra sacerdoti e tra vescovi, non come concorrenti o da individualisti. La formazione deve allora aiutare a costruire legami solidi nel presbiterio come espressione di una Chiesa sinodale, nella quale si cresce insieme condividendo fatiche e gioie del ministero. Come, infatti, noi ministri potremmo essere costruttori di comunità vive, se non regnasse prima di tutto fra noi una effettiva e sincera fraternità?“, si è chiesto il Papa.

Esempi di comunione

Terza: formare sacerdoti amici di Cristo significa formare uomini capaci di amare, ascoltare, pregare e servire insieme. Per questo bisogna mettere ogni cura nella preparazione dei formatori, perché l’efficacia della loro opera dipende anzitutto dall’esempio di vita e dalla comunione fra loro. L’istituzione stessa dei Seminari ci ricorda che la formazione dei futuri ministri ordinati non si può svolgere in maniera isolata, ma richiede il coinvolgimento di tutti gli amici e le amiche del Signore che vivono da discepoli missionari a servizio del Popolo di Dio”.

Dio continua a chiamare

Leone XIV ha parlato anche di vocazioni: “Nonostante i segnali di crisi che attraversano la vita e la missione dei presbiteri, Dio continua a chiamare e resta fedele alle sue promesse. Occorre che ci siano spazi adeguati per ascoltare la sua voce. Per questo sono importanti ambienti e forme di pastorale giovanile impregnati di Vangelo, dove possano manifestarsi e maturare le vocazioni al dono totale di sé. Abbiate il coraggio di proposte forti e liberanti! Guardando ai giovani che in questo nostro tempo dicono il loro generoso “eccomi” al Signore, sentiamo tutti il bisogno di rinnovare il nostro “sì”, di riscoprire la bellezza di essere discepoli missionari alla sequela di Cristo, il Buon Pastore”.

Sete di infinito

Riguardo alla società presente, ha proseguito il Santo Padre, “molti sembrano essersi allontanati dalla fede, eppure nel profondo di molte persone, specialmente dei giovani, c’è sete di infinito e di salvezza. Tanti sperimentano come un’assenza di Dio, eppure ogni essere umano è fatto per Lui, e il disegno del Padre è fare di Cristo il cuore del mondo. Per questo vogliamo ritrovare insieme lo slancio missionario. Una missione che propone con coraggio e con amore il Vangelo di Gesù”.

È bello essere sacerdoti

Leone XIV ha concluso il suo discorso con un ringraziamento: “Grazie per ciò che siete! Perché ricordate a tutti che è bello essere sacerdoti, e che ogni chiamata del Signore è anzitutto una chiamata alla sua gioiaNon siamo perfetti, ma siamo amici di Cristo, fratelli tra di noi e figli della sua tenera Madre Maria, e questo ci basta“.