Nuovo confronto tra Lafert S.p.a e i sindacati sulla strategia industriale 2025-2028 e sulla chiusura dello stabilimento di Fusignano. L’azienda conferma il piano di sviluppo e razionalizzazione dei costi, mentre i rappresentanti dei lavoratori ribadiscono la richiesta di ritiro della procedura di licenziamento collettivo.

Le strategie aziendali per il triennio 2025-2028. Confermata la decisione di chiudere lo stabilimento di Fusignano

Dopo il primo incontro in Confindustria Venezia, si è tenuta giovedì 6 febbraio a Marghera una nuova riunione tra l’amministratore delegato di Lafert S.p.a, il responsabile delle relazioni sindacali e le rappresentanze sindacali territoriali del Veneto e dell’Emilia-Romagna. Al centro del dibattito, il piano industriale 2025-2028 e la chiusura dello stabilimento di Fusignano, annunciata dall’azienda nelle scorse settimane.

Secondo la strategia delineata con il supporto della società di consulenza Roland Berger, Lafert prevede una crescita del fatturato del 4,5% nel 2026, dell’8,3% nel 2027 fino ad arrivare al 14% nel 2028, grazie allo sviluppo tecnologico e all’ampliamento del portafoglio prodotti. Il focus sarà sull’integrazione tra motore e drive per fornire soluzioni sempre più intelligenti e adatte a diverse applicazioni industriali.

Parallelamente, l’azienda punta a rafforzare la propria presenza nel Nord America e a espandersi in settori come robotica, air technology, movimentazione materiali, pompe e ventilazione. Lafert ha inoltre ottenuto alcune certificazioni per la commercializzazione di motori ad altissimo rendimento negli Stati Uniti e in Canada.

«Il contenimento dei costi portato avanti a Noventa e San Donà, insieme alla decisione di chiudere lo stabilimento di Fusignano, sono parte di una strategia di ampio respiro», ha dichiarato Cesare Savini, amministratore delegato di Lafert S.p.a. «Finora il 60% del nostro fatturato è realizzato in Germania e in Italia, ma il nuovo scenario economico ci spinge a sviluppare nuovi progetti con i clienti storici, a conquistare nuovi mercati e a lavorare su motori personalizzati».

La posizione dei sindacati: «No alla chiusura di Fusignano»

Le rappresentanze sindacali, nel corso dell’incontro, hanno chiesto chiarimenti sugli investimenti previsti e sulle reali prospettive di crescita. Lafert, secondo i sindacati, ha ribadito che l’incremento di fatturato si baserà su due direttrici principali:

  • Lancio di nuovi prodotti e progetti, con soluzioni tecniche avanzate e integrazione con altri componenti
  • Rafforzamento dei rapporti con i grandi distributori

Tuttavia, non è previsto alcun aumento di volumi per i motori con le caratteristiche tecniche di quelli prodotti nello stabilimento di Fusignano.

Per quanto riguarda la riduzione dei costi fissi, l’azienda ha illustrato alcune misure:

  • Revisione dei contratti di manutenzione esterna
  • Controllo sull’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI)
  • Razionalizzazione dei fornitori di materiale ausiliario
  • Azioni per il contenimento della dispersione energetica
  • Chiusura dello stabilimento di Fusignano

Di fronte a questa prospettiva, i sindacati hanno espresso forte contrarietà alla chiusura del sito produttivo ravennate, chiedendo il ritiro della procedura di licenziamento collettivo per i 60 lavoratori coinvolti.

«Riteniamo inaccettabile la decisione di chiudere Fusignano», hanno affermato i rappresentanti sindacali, chiedendo l’avvio di un confronto, anche con i livelli istituzionali, per la revisione del piano industriale del gruppo, funzionale al mantenimento dell’operatività dello stabilimento di Fusignano, individuando anche altre soluzioni produttive e di attività complementari ai progetti, ai processi e ai prodotti sviluppati e realizzati da Lafert.

Alla richiesta sindacale, la direzione aziendale, pur confermando al momento la propria intenzione di chiusura dello stabilimento di Fusignano, ha comunicato la propria disponibilità a prorogare la sospensione della procedura di licenziamento fino alla riconvocazione (per la quale verrà fatta richiesta) del tavolo istituzionale con la Regione Emilia Romagna per approfondire la discussione.

Prospettive future

I sindacati si presenteranno al tavolo istituzionale con l’obiettivo di ottenere il mantenimento della piena operatività di Fusignano, valutando tutte le possibili alternative. Allo stesso tempo, monitoreranno l’andamento del piano industriale per gli stabilimenti di San Donà di Piave e Noventa di Piave, che stanno affrontando una fase di rallentamento della produzione.

Parallelamente, Lafert ha ribadito il proprio impegno sulla sicurezza sul lavoro, evidenziando che negli ultimi anni ha destinato il 30% degli investimenti aziendali (circa 50 milioni di euro) a questo settore.

L’azienda ha inoltre dichiarato la disponibilità a esplorare progetti di reindustrializzazione del sito di Fusignano, cercando soggetti interessati a nuove attività produttive, e a supportare il ricollocamento dei lavoratori coinvolti.

L’incontro ha segnato un nuovo passaggio nel complesso confronto tra azienda e sindacati, che continuerà nei prossimi giorni con l’attesa convocazione del tavolo istituzionale con la Regione Emilia-Romagna.