Grazie al lavoro congiunto dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma è stato accusato di evasione fiscale un trader faentino che realizzava attraverso investimenti in criptovaluta. All’uomo veniva contestato di non aver adempiuto agli obblighi in materia di monitoraggio fiscale e la mancata dichiarazione dei redditi delle plusvalenze realizzate a seguito di trading con criptovalute. I finanzieri hanno così sequestrato criptovalute del tipo bitcoin ed avalanche, per un controvalore in euro pari a circa 11 milioni di euro.
Le indagini delle Fiamme Gialle
In seguito alle indagini delle Fiamme Gialle hanno scorperto che l’uomo non si limitava a “guadagnare” dalla mera compravendita di criptovalute. Infatti, l’importante disponibilità di criptoattività raggiunta – che ha toccato un controvalore di oltre 270 milioni di euro – consentiva allo stesso di porla anche a garanzia della validità e del buon esito di transazioni effettuate sulla rete da terze parti (operazioni di staking), pervenendo a un reinvestimento ciclico, sempre in ambito digitale, dei frutti di tali operazioni finanziarie.
Il trader ha deciso di collaborare con la Procura di Ravenna
Il trader decideva di offrire la propria collaborazione nel corso delle indagini penali della Procura della Repubblica di Ravenna e nella fase di accertamento fiscale attraverso la presentazione di dichiarazioni integrative delle imposte degli anni passati. Inoltre l’uomo ha scelto di versare, per gli obblighi dichiarativi relativi alle annualità d’imposta ancora non scadute, nelle casse dell’erario circa 12,5 milioni di euro.
L’operazione delle Fiamme Gialle è la prima e più rilevante eseguita in Italia per reati fiscali connessi al trading in criptovalute.