La comunità parrocchiale di San Francesco a Faenza, a cui da tempo si è unita la comunità di Sant’Ippolito si è ritrovata, la terza domenica di ottobre, nella chiesa di Sant’Ippolito per festeggiare la Madonna della Purità qui venerata. Ci si approccia con grande emozione al portone quasi sempre chiuso, dopo le varie vicissitudini (covid, alluvione) oggi aperto, spalancato che lascia intravedere la bellezza dell’interno. E’ bello rientrare nel suo interno caldo e raccolto, accogliente e familiare per chi ha vissuto qui una vita di comunità attiva e gioiosa carica di tanti ricordi. Nonostante i segni di afrori e velature lasciati dal fango e dalla prolungata chiusura, ciò non riduce l’emozione di trovarsi ancora insieme in questo luogo. Le luci calde, i quadri maestosi, gli addobbi color celeste, l’organo dorato, la volta decorata a strucchi preziosi densa di croci conducono a un’atmosfera dolce e serena che accompagnano l’inizio della celebrazione.

In preghiera

madonna purita2

Lo sguardo sale all’Icona dorata della Madonna della Purità, quella originale conservata presso il Museo Diocesano e oggi qui in mezzo a noi che sembra accennare a un sorriso e sembra dire assemblea: “Coraggio tnì bota!”. Possiamo avvertire spiritualmente presenti tutti coloro che hanno fatto esperienze di fede in questa chiesa e che ora non ci sono più a partire dai parroci don Belli e don Bertoni e anche coloro che pur essendo lontani conservano nel cuore il periodo qui trascorso. Un grazie di cuore a padre Ottavio, parroco di San Francesco, a fra Franco che per alcuni anni ha celebrato la messa domenicale a S.Ippolito e a tutta la comunità dei frati che curano e sostengono tutte le attuali attività di preghiera e carità.

Nel commiato la volta della chiesa  sembra produrre una cascata, una pioggia su di noi di tutte le croci che la arricchiscono come tanti Tau francescani a suggerire l’incontro di amicizia tra le due comunità. S. Ippolito, S.Lorenzo, S.Francesco pregate per noi.

                                                                  Angelo e Claudia Gambi