Uno scenario post apocalittico: con ampi squarci nelle case e detriti lungo le strade. È l’immagine che si presenta agli occhi nel camminare lungo le vie di Traversara di Bagnacavallo, forse il paese simbolo di questa nuova alluvione che ha colpito la Romagna. Non è solo quello che c’è a colpire, ma anche quello che non c’è più: due abitazioni in via Entirate sono state completamente distrutte dalla furia del Lamone. “Ci si può camminare sopra” commenta tristemente un residente. E il dato più drammatico: due dispersi. Per un intero giorno non si hanno notizie. Verranno ritrovati solo nel primo pomeriggio del 20 settembre, come annunciato dal prefetto: erano già in salvo.
“Tutto è cambiato nel giro di pochi minuti, c’era tanto caos. Per ripartire, la nostra forza sarà l’unione della comunità”
Il paese, circa 900 residenti, è ferito. Nella notte tra il 18 e 19 settembre in tanti sono sfollati delle case, altri hanno atteso sui tetti nella notte in attesa di essere soccorsi. Tra coloro evacuati in quelle ore frenetiche, c’è Chiara Zini. “La situazione è stata pesante – commenta Chiara – tutto il contesto che abbiamo vissuto è stato molto caotico. Erano le 3 di notte, stavamo già dormendo. Il mio compagno ha sentito dei rumori e ha visto fuori casa un lampeggiate. Era la Protezione civile che stava raccomandando la popolazione di spostarsi sui piani più alti delle abitazioni. Da lì poi le cose sono cambiate improvvisamente nel giro di pochi minuti: è arrivato l’ordine di evacuazione, perché da lì a poco il fiume sarebbe esondato. Ricordo nel mentre le campane della chiesa che suonavano, la pioggia battente. Così sono andata via, assieme al mio compagno, mia mamma e mia zia, e ci siamo trasferiti a Bagnacavallo da mia sorella. Abbiamo preso con noi le auto e il salvabile, senza perdere tempo”.
Sarà una notte insonne. Da lì in poi è iniziata, come per tanti, la diretta social per cercare di reperire informazioni sulla situazione, tenendosi in contatto con gli amici rimasti a Traversara. Con foto e video del Lamone che sommergeva tutto. Nulla di paragonabile a quanto accaduto lo scorso anno. “All’epoca abbiamo avuto l’acqua fino al giardino, ma non era entrata in casa”. Lo scenario è diverso oggi, al rientro a casa, con l’inizio della rimozione del fango dalle abitazioni. “Tutto sommato in questa occasione possiamo ritenerci fortunati – commenta -, abbiamo avuto acqua in garage e in casa circa 40 centimetri”. A colpire l’attenzione è anche tutto ciò che è la corrente ha trascinato nel giardino: macerie, gomme di automobili e campi pieni di altri rifiuti. Nella giornata di domani, 21 settembre, la Protezione civile continuerà le operazioni di pulizia e sgombero dei detriti. Traversara sarà raggiungibile solo in bicicletta, per coloro che volessero dare una mano. “Per il nostro paese non sarà facile superare tutto questo – conclude Chiara –. La nostra forza sarà l’unione: tra di noi ci conosciamo tutti, siamo una grande famiglia, e dobbiamo fare comunità ed essere uniti”.
Colpite anche le sale parrocchiali. Se non si vuole diventare un paese fantasma “attività e luoghi di ritrovo devono restare”
Anche un’altra residente, Anna Maria Amaducci, si ritiene fortunata. “Abitiamo un po’ fuori nel paese, lontano dall’area da dove ha esondato il fiume – commenta -. Siamo stati tutta la notte in casa, nei piani alti, aspettando che poi l’acqua scendesse”. Il pensiero va già al dopo, a come riuscire a ripartire in quello che oggi sembra un paese fantasma. “Abbiamo un unico negozio che ci rifornisce di tutti gli approvvigionamenti, la vetrina è esplosa ed è finito tutto sottosopra. La farmacia, anche, è stata danneggiata, così come il bar che per una piccola comunità come la nostra rappresenta un punto di ritrovo importante. Abbiamo un medico, la stazione dei Carabinieri. Se vogliamo ripartire, tutte queste attività devono ripartire e restare”.
Anche le sale parrocchiali, che ospitavano molti corsi, incontri e attività ricreative, sono allagate. “Erano state risistemate e messe a norma non tanti anni fa” ricorda con amarezza Anna Maria. L’aspetto più drammatico riguarda però quelle famiglie che hanno perso quasi tutto. “Tra le immagini più tristi – dice – c’è quella di una nostra compaesana che è dovuta andare via dalla propria casa in pigiama. La sua casa non esiste più, ha letteralmente perso tutto”. A dare speranza è il pronto aiuto dei volontari: i parrocchiani di Solarolo, per esempio, sono pronti a tendere una mano, appena avranno l’ok dalle autorità, per ripulire il paese e la chiesa, offrendo aiuto al parroco don Giovanni e tutta la comunità di Traversara. Che non si arrende.
Samuele Marchi
Foto: G. Zampaglione