Risale al 2000 la prima mostra di Daniele Cristofori alla Fira di Sett Dulur . Quell’anno venne accolto nei locali del Centro polivalente. «Nel cortile predisposi un impianto di amplificazione per cantare – racconta Daniele – . Ricordo benissimo che invitai diversi russiani a raccontare cosa succedeva nei bar della città. Quindici giorni prima però – precisa – li avevo o avuti ospiti tutti a cena a casa mia. Così ebbi modo di appuntarmi aneddoti e ricordi – dice – con cui sollecitare chi si esibiva nelle varie serate nel caso avessero dimenticato qualcosa». La presenza di Daniele all’interno della Fira divenne subito triennale e, col 2003, trova una sua collocazione nel vicolo della Chiesa, sotto il fabbricato che sovrasta la strada all’altezza del teatro comunale. Fra i titoli delle sue esposizioni: «Sono stato piantato e ne sono fiero», una serie di paesaggi con alberi protagonisti. In un’edizione successiva fece paesaggi dei dintorni, tutti con una bicicletta. L’A,b,c (cletta) era il titolo della mostra di quell’edizione. L’anno dei vecchi balconi e paesaggi con panni al sole, il titolo fu Siamo veramente fuori, balconi, coppi e panni stesi.
Una raccolta fondi a favore della Casa Famiglia Santissimi Angeli Custodi
Per questa edizione 2024 però il titolo è ancora da definire. Daniele intende proporre una vasta sequenza di opere realizzate in questo quarto di secolo e si propone un obiettivo ambizioso: raccogliere fondi a favore della Casa Famiglia Santissimi Angeli Custodi. «Mia sorella Carla aveva un legame molto forte con Marco ed Elisa, impegnati ad accogliere minori – ricorda Cristofori – . Qualcosa ho fatto anch’io e spero che anche in questa occasione si possa aggiungere qualcos’altro di buono». Dell’allestimento di vicolo della Chiesa, Daniele dice trattarsi dell’unica «mostra visitabile in bicicletta». Ma è anche un salottino impegnativo. Ogni giornata va allestito, con tanto di luci, e poi smontato la sera. Comprese un paio di sedie per sostare a gustare buon vino e dolciumi. «Un salotto fuori del caos del centro storico – dice Daniele – per fare delle gran chiacchiere, improvvisando». E questa volta con una ulteriore piccola novità. «Il giovedì sera la Fira è senza musica, perché c’è la tombola in piazza – aggiunge Daniele – allora ho deciso di chiamare io un gruppo che propone musica irlandese, che viene da Forlimpopoli. Una decina di elementi, io compreso, e qualcosa suoneremo». Una sorta di preparazione per quel gruppo che, col doppio degli elementi, dopo la Fira di Sett Dulur è atteso a per un’esibizione in piazza a Bologna.
Mentre mi parla delle opere molto semplici di paesaggi romagnoli che intende esporre, fatte con pastello, china, olio e acrilico, ecco un ricordo che ha attraversato il tempo. Per tanti anni Russi ha ospitato gruppi per il festival del folklore, e alla fine anni 80, giunse fino a qui addirittura un gruppo polacco. Un ragazzo tornò per un paio di anni in estate a raccogliere frutta per far fronte alla miseria del suo paese. Viveva al confine con l’Ucraina. «Tre anni fa è tornato con la moglie – afferma Daniele- . Me lo ritrovai alla mia mostra e mi chiese se lo riconoscevo. Andrea oggi è medico e ha tre figli. L’ho trovato cambiato, ma ci siamo ritrovati proprio grazie alla mostra nel vicolo della Chiesa».
Giulio Donati