Domenica scorsa a Pieve Tho si è celebrata messa di trigesima per Filippo Morini, giovane di Fognano morto a seguito di un incidente in moto e che svolgeva servizio presso il grest di Pieve Tho. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso. «Quando noi sentiamo parlare di croce siamo spaventati – ha detto il vescovo nell’omelia -. In realtà, per noi credenti, la croce di Gesù ci insegna che essa è l’albero della vita. Quando ci doniamo, contemporaneamente gioiamo, siamo felici. Credo che questo l’avesse compreso anche Filippo, animatore entusiasta nelle attività della comunità che è sorta qui a Pieve Tho attorno alla famiglia di Roberto Zama e di Elisa Fabbri con l’associazione “Un raggio splenderà”. Ha accolto l’invito di mettersi a servizio dei più piccoli. Aveva compreso che la vita è bella quando ci si dona con gioia. Qui a Pieve Tho ha appreso ad amare i ragazzi più piccoli, per consentire a loro di fiorire in umanità. Tutti lo ricordano per il suo sorriso, per la sua bontà d’animo».
Il vescovo si è poi rivolto direttamente ai giovani presenti: «guardando a Gesù che ha fatto della sua vita un dono totale a noi e al Padre – ha sottolineato -, non vi pare che sia stato imitato in qualche modo dal nostro carissimo Filippo? Non è vero che il “Moro” – così si faceva chiamare dagli amici – ha cercato di riempire di senso la sua esistenza impegnandosi, con il suo entusiasmo e il suo sorriso, ad amare gli altri? Sappiamo che Filippo ha perso la vita mentre era in sella alla propria moto, in un frontale con un’auto. Guardando a come è vissuto nella comunità di Pieve Thò può essere senz’altro punto di riferimento. I ragazzi, gli altri animatori, possono crescere come voleva don Bosco, ossia come una famiglia, come buoni cristiani e onesti cittadini, se si incontrano con giovani come Filippo. Si cresce insieme come comunità donandosi con gioia, là dove si amano i giovani, con i giovani. Quello che ci ha detto Gesù sui suoi discepoli – e cioè che, se vogliono salvare la propria vita debbono sapere seguirlo, prendendo la propria croce, rinnegando sé stessi, amando come Lui -, vale anche per voi giovani. Chi perde la propria vita amando, dice Gesù, la salva».
«Noi oggi abbiamo bisogno di giovani che sappiano amare come Gesù, con Lui, per Lui – ha concluso il vescovo -. Riusciremo ad avere un mondo migliore, un creato meno danneggiato, se sapremo attingere il vero amore da Gesù, come stiamo facendo in questo momento, nell’Eucaristia. Preghiamo per Filippo, per la sua famiglia, per le nostre parrocchie, perché trovino giovani animatori generosi e gioiosi come Filippo».