La strada verso il Barbotto da Sogliano è una serie di “mangia e bevi”, con tratti di salita tosti che si alternano a discese per riprendere fiato. Non siamo “in gara”, ma ci si deve impegnare a tenere la ruota di Davide Cassani, per cui il percorso è un buon allenamento – lui chiacchiera, noi ansimiamo – e l’occasione per parlare della “Grand Départ Italia” del Tour de France 2024 e della salita al Barbotto (forse la “còte” più attesa della Tappa 1) senza stare sul divano, come la sera prima, all’incontro coi giornalisti italiani (dieci in tutto, di testate nazionali e locali, la nostra compresa) che Apt Emilia-Romagna, di cui è presidente, ha invitato a un mese esatto dalla storica partenza italiana della corsa in bicicletta più famosa al mondo. Davide Cassani è fra i deus ex-machina di un evento sportivo, ma anche sociale ed economico, che catapulterà il territorio sugli schermi di centinaia di milioni di persone: il Tour è il terzo evento sportivo più importante, dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio. Il suo ruolo al vertice dell’ente turistico regionale è la più recente “vita” di questo romagnolo doc dall’agenda fittissima, ma che non rinuncia quando può a pedalare sulle strade di casa. Corridore fra i più affidabili negli anni ‘80 e ‘90, all’epoca di Argentin, Fondriest, Bugno e Chiappucci, poi amatissimo commentatore tecnico in Rai al fianco della “Voce” Adriano De Zan, quindi Ct della Nazionale di ciclismo. Da quest’anno tornato in Rai per il Giro d’Italia e ora il Tour de France, le cui prime tre tappe saranno per l’80 per cento del percorso in Emilia Romagna. “Save the Date”: sabato 29 giugno partenza Tappa 1 da Firenze e arrivo sul lungomare di Rimini. Domenica 30 giugno, partenza di Tappa 2 da Cesenatico in onore del “Pirata” e arrivo a Bologna, scalando due volte il colle di San Luca. Tappa 3 partenza da Piacenza e arrivo a Torino. (info di servizio: sito ufficiale www.letouritalia.it).

Cassani, questo “Grand Départ” (così si chiamano le “partenze” della corsa gialla) è un sogno per ogni innamorato del ciclismo, specie se romagnolo. La sua emozione principale in queste settimane?

Orgoglio. Per la prima volta in 111 edizioni il Tour de France parte dall’Italia e la nostra Regione ne è attore protagonista. Ho partecipato a nove edizioni da corridore (la prima nel 1985, l’ultima vinta da un francese, Bernard Hinault, ndr) e ne ho commentate 18 (la prima nel 1996). E proprio quest’anno che sono tornato in telecronaca… mi chiedo ancora: ma è vero?

A Imola, in una presentazione della “Grand Départ” ne ha raccontato la genesi. L’idea nacque dopo il Mondiale di Imola 2020, in pieno Covid…

Esatto. Quell’evento fu un successo pensando alla situazione che stavamo vivendo e il presidente Bonaccini mi disse: «Davide, dopo Giro e Mondiale, manca il Tour». Da lì è iniziato tutto.

Cosa ha convinto Aso, organizzatrice della corsa, e il suo direttore Christian Prudhomme?

Innanzitutto la nostra capacità di organizzare in breve tempo, in piena pandemia, salvaguardando i protocolli di sicurezza sanitari, un Campionato del Mondo. In una Regione che già ospita Formula 1, Moto GP… E poi l’idea, la ‘narrazione’ dietro al percorso… Una corsa a tappe è un grande romanzo fatto di campioni, storia e territori. E gli organizzatori del Tour sono molto attenti a questo. La Grand Départ Italia, che la nostra Regione ha costruito insieme alla città di Firenze e Regione Toscana, Torino e la Regione Piemonte, attraversa luoghi di grande fascino e bellezza, con salite che hanno contribuito a rendere grande il ciclismo in Italia e nel mondo e che sono state culla di campioni.

Qualche esempio?

Ottavio Bottecchia, primo italiano trionfatore al Tour proprio 100 anni fa. I toscani Gino Bartali e Gastone Nencini, ovviamente Marco Pantani (la partenza della Tappa 2 da Cesenatico farà una sosta davanti allo Spazio dedicato al “Pirata”, ndr) e il campionissimo Fausto Coppi, a cui è dedicata la Tappa 3. E Vincenzo Nibali, ultimo italiano in giallo 10 anni fa.

Il Tour de France, la corsa più importante al mondo

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«Il Tour de France è la corsa ciclistica più importante al mondo». Così il faentino Davide Cassani, dirigente sportivo, spiega in breve cosa è il Tour. «Il suo peso è sentito da tutti i corridori. Ci sarà subito battaglia per indossare la maglia gialla: le prime tappe sono come delle grandi classiche, con tanti chilometri e dislivelli». In carriera Cassani è stato corridore e oggi è commentatore Rai. «Per prepararmi come commentatore mi creai delle ‘banche dati’ con schede e aneddoti sui corridori: mi abbonai a riviste come L’Équipe, giornale di riferimento in Francia. La stessa convinzione che ho avuto da ragazzo nel diventare corridore, e di questo sono ancora oggi felice perché ho reso orgoglioso mio padre, l’ho trasferita nel diventare commentatore. Mi fa piacere incontrare appassionati che sono ‘cresciuti’ anche attraverso le mie telecronache».

Andrea Biondi