Nei giorni scorsi il vescovo monsignor Mario Toso ha proseguito la Visita pastorale toccando l’Unità pastorale di Granarolo, che comprende le parrocchie si San Pietro in Vinculis di Fossolo, Sant’Andrea in Panigale, San Giovanni Battista in Pieve Cesato e San Giovanni Evangelista di Granarolo Faentino. Di seguito riportiamo parte dell’omelia pronunciata nella messa a conclusione della visita, il 25 febbraio scorso.

La photogallery (M. Sandali)

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“Per una primavera spirituale”: l’omelia di monsignor Toso

Fratelli e sorelle, la Visita pastorale che oggi concludiamo con questa Eucaristia, hanno come punto focale la professione di fede della Chiesa: Dio è amore! Dio è amore che si dona fino in fondo, senza sconti. Dio è amore che si manifesta concretamente nel dono totale del Figlio suo, Gesù Cristo. Le nostre comunità sono chiamate ad accogliere, a celebrare e a testimoniare l’amore di Gesù Cristo. Un tale amore è chiamato a incarnarsi, ad attuarsi nella nostra vita e nelle nostre relazioni, nelle nostre comunità parrocchiali, unificandole in Unità Pastorale. Proprio l’amore di Cristo, mostrato nella sua pienezza sulla croce, reso a noi accessibile dallo Spirito di Cristo e dall’Eucaristia che celebriamo, può rendere la nostra Unità Pastorale un’unità di persone e di famiglie strutturata da relazioni trinitarie, comunitarie.
Se davvero le nostre comunità desiderano restare unite nell’amore di uno stesso Gesù, pane vivo disceso dal cielo; se davvero desiderano essere luminose agli occhi della gente, non dimentichiamo che solo l’amore di Cristo può costituirle in un cuor solo e in un’anima sola ed essere uno spettacolo meraviglioso per tutti. È il suo amore che trasfigura le diverse comunità, poste in questo territorio, in vari «noi» di persone comunicanti tra loro con atti d’amore reciproci, aperti alla Relazioni della Comunità della Trinità.

Forse, il nostro linguaggio non è sufficientemente eloquente, come dovrebbe essere. E, comunque, le comunità che qui si incontrano, che sono legate da vincoli non solo formali, accogliendo e vivendo lo Spirito di Dio e di Cristo, potranno offrire una primavera più bella di quella meteorologica, ormai alle porte. Se accoglieremo e riceveremo con sincerità lo Spirito dell’amore vivremo una primavera spirituale che riempirà i nostri cuori e i nostri spiriti della ricchezza e della pienezza di Dio. Ne godranno i nostri giovani, le famiglie, i nonni, le persone ammalate.

«Formiamo comunità audaci»

Cari fratelli e sorelle, avete iniziato da non molto a camminare insieme, a formare una comunità più articolata. La Visita pastorale del vescovo penso sia stata una valida opportunità per incontrarsi, per conoscersi di più e per sintonizzarsi maggiormente nella comunione di tutti con Gesù Cristo e nella sua missione. È solo nell’unico amore di Gesù che possiamo conservare le nostre legittime differenze, le nostre identità, ponendole a servizio del bene comune che è il Corpo di Cristo, la sua Chiesa.
L’amore di Gesù Cristo, il suo Spirito ci compatta: non uniformandoci, ma facendo dei molti un’unica comunità armonica e articolata nelle sue componenti e nei suoi molteplici poli. L’amore di Cristo aiuta a stemperare sterili campanilismi e a condividere una stessa passione per l’annuncio del Vangelo. Solo se noi ci prostriamo e adoriamo Cristo riusciremo a «far vedere» il volto di Cristo agli uomini e alle donne del nostro tempo, in questo territorio, lavorato con passione, come un giardino. Gesù è necessario alla Chiesa, a ogni giovane, all’intera società. Solo Lui redime, trasfigura il nostro essere umano nel suo essere divino e ci consente di essere luce, sale, lievito.
Rivolgiamoci, allora, tutti insieme al Signore Gesù con un unico cuore, dicendo: Signore, salvaci; Signore, riscalda e infiamma il nostro cuore con il tuo amore. Se noi esistiamo come Chiesa, una comunità plurale, è per assumere la forma di Cristo. Esistiamo non per noi stessi, ma per annunciare Gesù Cristo, l’Uomo Nuovo.

In vista di comunità audaci nell’amore incentiviamo percorsi di accompagnamento costanti, attenti alle persone, capaci di intercettare le domande profonde dei giovani. Nella nostra Chiesa non manchino mai, fra tutte le vocazioni, anche le vocazioni al ministero ordinato.
Non stanchiamoci di lavorare per una pastorale vocazionale intensa, anche con l’aiuto del Settore diocesano a essa preposta. Preserviamo le nostre famiglie dalle mode culturali che le frantumano e creano devastazioni nelle persone e nelle loro relazioni. Siamo gelosi delle nostre scuole paritarie. Difendiamole, facciamole crescere nella qualità educativa. Comunità parrocchiali e scuole parrocchiali costituiscono un binomio imprescindibile, per porre le basi di un nuovo umanesimo trascendente, ricco di speranza. Le varie associazioni laicali non abbiamo paura di offrire occasioni di aggiornamento e di crescita culturale, a fronte dell’urgenza di un’ecologia integrale, della sfida dell’intelligenza artificiale che deve essere orientata al servizio di un nuovo lavoro. Coltiviamo e educhiamo i più piccoli con tanta tenerezza, come peraltro state già facendo. Abbiamo cura dei nonni, il tesoro delle nostre famiglie, chiese domestiche.
Dio vi benedica tutti e vi conceda la sua consolazione.

Mario Toso, vescovo