Uno spazio online (ma non solo) in cui dare voce ai giovani del territorio, raccontando esperienze di lavoro, la condivisione di passioni suggestive e che possa far conoscere realtà diverse facendole dialogare. Due conduttori, uno studio di registrazione e vari microfoni pronti a raccontare storie e personaggi di Faenza e della Romagna. È con questa mission che si sta sviluppando all’interno del Contamination lab di Faenza il progetto Fuoriluogo, ideato da Paolo Bertagnin e Amleto Vassura, entrambi faentini di 24 anni. La formula è quella del podcast: in un’epoca che sembrava andare verso contenuti sempre più brevi e visivi, questo format si è mostrato invece negli ultimi anni in controtendenza e in crescita, con approfondimenti anche della durata di un’ora visualizzabili su Youtube o ascoltabili su Spotify. «Una delle parole chiave del nostro lavoro è quello di raccontare storie in modo genuino e informale – spiegano Paolo e Amleto – cercando però allo stesso tempo di approfondire con gli ospiti i vari argomenti senza per forza dover fare contenuti brevi e superficiali, ma dando loro lo spazio necessario a esprimersi. Prima della registrazione ci prepariamo alcune domande da fare, ma poi lasciamo che sia l’ospite in maniera naturale a portarci all’interno del suo mondo e a far emergere gli aspetti più interessanti».

A ideare il podcast sono stati Paolo Bertagnin e Amleto Vassura: “Vogliamo raccontare storie in modo genuino e informale”

Il progetto Fuoriluogo è partito durante la pandemia, quando anche in Italia c’è stata un grande sviluppo legato ai podcast. Pur con tanta offerta nel settore, i due faentini hanno avuto ben chiaro su cosa puntare per distinguersi. L’obiettivo era raccontare storie e personaggi del mondo giovanile di Faenza e dintorni: si è passati così da incontrare i rappresentati d’istituto delle scuole superiori ad approfondire la scena musicale con il cantante brisighellese 18k, fino al dare voce a giovani imprenditori locali o al mondo dello sport. «Cerchiamo soprattutto storie particolari e poco note, che non hanno spazio su altri canali – dicono Paolo e Amleto – pensiamo per esempio a quando abbiamo intervistato Mirko Ciani, che è arrivato a essere terzo al mondo di moto Enduro e che abita qui dalle nostre parti. Una cosa su cui puntiamo è poi quella di trovare persone molto competenti nel proprio ambito. Preferiamo un ospite magari poco avvezzo a parlare in pubblico, ma che si mette in gioco e racconta esperienze che altri non potrebbero dire, piuttosto che una persona molto loquace, ma che non aggiunge niente di significativo».

Il progetto è ospitato al Contamination lab di Faenza

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Paolo Bertagnin e Amleto Vassura.

L’idea c’è, la passione anche, ma il progetto di business ha bisogno di essere affinato. Anche perché la concorrenza del settore è alta e dietro a quell’ora di podcast c’è una montagna di lavoro da fare, «specie nel post-produzione – racconta Paolo –, nel montaggio e nella promozione della puntata attraverso i social. Il podcast ha una durata lunga, ma perché piaccia alle persone deve essere tecnicamente di alto livello e devono essere tagliate quelle parti che rischiano di appesantire i contenuti». Per questo da marzo 2023 i due giovani sono stati accolti all’interno del Contamination lab dove stanno svolgendo un anno di formazione e supporto per trasformare l’hobby in un lavoro. «Mentre ero alle superiori, il Contamination lab ha fatto alcuni incontri con la nostra scuola – spiega Amleto – e da lì mi sono incuriosito a questa realtà, così abbiamo deciso di partecipare al bando. Il Clab ci ha aiutato molto in questi mesi. Ci ha fornito uno spazio comune nel quale lavorare e ha ampliato la nostra visione per farne una sfida professionale. Da qui è nato, per esempio, il documentario sull’alluvione, che ci ha molto emozionato, e l’ideazione di eventi dal vivo».

Obiettivi futuri: eventi e talk pubblici

I progetti futuri riguardano proprio talk pubblici e l’espansione del raggio d’azione su tutta la Romagna. Perché è proprio andando là dove sono le persone che si incontrano le storie più interessanti. «Eravamo a una festa di un istituto superiore – raccontano – durante la quale proponevamo per gioco alcune domande ai giovani. Una di queste era ‘dicci almeno tre Paesi che iniziano con la V’. Al mondo esistono solo tre Paesi: Vietnam, Venezuela e Vanuatu, e quest’ultimo è quasi impossibile da conoscere, un’isola dell’Oceania. Nessuno ovviamente riusciva a rispondere, finché non è arrivato questo ragazzo che la prima risposta che ci è dato è stata proprio ‘Vanatu’, e ha tirato fuori una banconota di quel Paese e ce l’ha regalata. La teniamo ancora oggi, un po’ come simbolo di quello che vuole essere Fuoriluogo, il raccontare storie insolite e particolari».

Samuele Marchi