La comunità di Errano e Castel Raniero si è ritrovata il 29 ottobre per iniziare la catechesi dei ragazzi, celebrare la Festa della comunità e condividere un argomento frutto del cammino sinodale e delle assemblee parrocchiali: Insieme per crescere nella fede.
Una giornata di festa
Al mattino, la celebrazione eucaristica ha dato avvio alla nostra giornata: insieme a don Luigi Guerrini, abbiamo messo al centro la Parola e il pane e il vino, che insieme alle nostre piccole gocce d’acqua (le nostre azioni d’amore quotidiane) diventano Gesù vivo e presente.
Dopo il pranzo abbiamo assistito allo spettacolo di Franca (ed Gioli) e Vittorio, due star erranesi che calcano i palcoscenici dialettali internazionali, una coppia inossidabile che ci ha riportato alle radici della nostra terra attraverso racconti, canti, fatti e altre zirudelle. Il tutto accompagnato dalla band di Pietro Quinzân che ci ha fatto ballare con stile e cantare con gioia tra un racconto e l’altro.


La riflessione sulla Parola: il valore dell’ascolto
Mentre i giovani catechisti coinvolgevano i bimbi del catechismo con un gioco a squadre, i genitori e i nonni hanno trascorso il pomeriggio insieme ai coniugi Ossani, Stefano e Rita, della parrocchia di S. Agostino. Lui diacono e formatore, lei preziosa correlatrice, hanno proposto una riflessione a partire da questo brano del Vangelo: Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. (Gv 12, 20-25) La parola “ascolto” ha guidato la nostra riflessione, un ascolto che mette al centro l’altro e lascia sullo sfondo noi stessi, la disponibilità ad aprire il proprio cuore per comprendere e lasciarsi interrogare dagli altri. Sono emersi tanti esempi di questo ascolto, e di come chi ci parla può essere uno strumento del nostro cammino di crescita nella fede. Da dove ripartire, da chi prendere esempio? Dall’importanza di mettere al centro Dio e la parola di Dio nella nostra comunità, da quel desiderio di “voler vedere Gesù” che troppo spesso mettiamo in un angolo della nostra vita, anche parrocchiale. Stefano ha citato un antico testo veronese dove, di fianco al brano dell’Annunciazione, si trova una miniatura con la didascalia: “Maria rimase incinta per l’orecchio”, come a significare che l’ascolto è fecondo. La tua vita non sarà più quella di prima. La comunità è fatta di tante generazioni che percorrono insieme un cammino, dai più piccoli ai più grandi. Oggi è ancora più necessario vivere esperienze di fede all’interno della comunità, perché i cammini di ogni persona, di ogni coppia, di ogni famiglia, sono unici e diversi: condividere il viaggio con altri compagni rafforza la relazione, aiuta a sentirsi ascoltati e supera il senso di solitudine o la tentazione di bastare a sé stessi. Una bella opportunità per riscoprire la nostra fede e sentirsi parte della Chies