A seguito della manifestazione del 31 maggio in Piazza del Popolo, il Coordinamento Faenza per la Palestina ha rivolto all’Amministrazione comunale una lettera pubblica contenente richieste e proposte legate al conflitto in corso e all’impegno per una pace giusta e duratura.
Una piazza partecipata per esprimere solidarietà al popolo palestinese
Il 31 maggio, piazza del Popolo a Faenza ha ospitato una manifestazione ampia e profondamente partecipata in solidarietà con il popolo palestinese, promossa da collettivi, associazioni e cittadine e cittadini della città.
Da quell’evento è nato il Coordinamento Faenza per la Palestina, un gruppo di realtà locali che intende dare continuità ad una spinta dal basso per la giustizia e il riconoscimento dei diritti umani, raccogliendo quanto espresso in piazza da centinaia di partecipanti attraverso parole, musica e poesia.
Le richieste all’Amministrazione comunale
In questi giorni, il Coordinamento ha reso pubblica una lettera rivolta al Comune di Faenza, con l’invito a esprimersi e ad attivarsi concretamente su più fronti.
Le richieste avanzate all’Amministrazione sono di natura sia simbolica che operativa, e comprendono:
una presa di posizione pubblica a favore di un cessate il fuoco immediato e duraturo in Palestina;
l’interruzione di ogni rapporto istituzionale, economico o commerciale con aziende coinvolte nell’occupazione e nella repressione del popolo palestinese;
l’adesione al boicottaggio delle istituzioni culturali, accademiche ed economiche complici delle violazioni in corso;
il sostegno attivo alla cooperazione con scuole, ospedali e comunità palestinesi, in particolare nei territori colpiti da bombardamenti;
l’impegno per la promozione dei diritti umani e della giustizia attraverso iniziative pubbliche e concrete;
la promozione della causa palestinese all’interno dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), per costruire una rete di enti locali impegnati per la pace e il rispetto del diritto internazionale;
una posizione chiara e trasparente in merito al mandato di arresto internazionale emesso nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per crimini di guerra.
“Il silenzio istituzionale rischia di essere una complicità passiva”
Il Coordinamento, nel documento inviato all’Amministrazione, sottolinea la gravità dell’escalation di violenze in corso nei territori palestinesi, «un vero e proprio genocidio, documentata da fonti autorevoli e internazionali, tra cui organizzazioni per i diritti umani, giornalisti indipendenti e operatori umanitari.»
Durante la manifestazione in piazza, è stato affermato che «il progetto coloniale sionista non è un fenomeno lontano né estraneo alle nostre comunità», e che ciò che accade in Palestina chiama in causa la coscienza e la responsabilità collettiva perché “se
un bambino può essere ucciso impunemente, allora nessun bambino è al sicuro”
La lettera si chiude con un appello all’Amministrazione affinché non protragga oltre il silenzio istituzionale, giudicato «preoccupante» in un momento storico così delicato.
«Riteniamo grave che, a fronte di una mobilitazione così partecipata e significativa, e nonostante l’aggravarsi della situazione internazionale, l’Amministrazione comunale non abbia finora ritenuto necessario esprimere alcun tipo di presa di posizione, né
pubblicamente né in forma privata. Un ulteriore prolungamento del silenzio istituzionale, in un momento così cruciale, rischia di
essere interpretato come una forma di complicità passiva. La cittadinanza ha parlato con chiarezza – scrive il Coordinamento – ora attendiamo una risposta».














