Il Fondo Monetario vede per Londra un arretramento del Pil dello 0,6% nel 2023, il dato peggiore tra le economie europee e persino della Russia. Secondo Bloomberg l’uscita dalla Ue costa alla Gran Bretagna cento miliardi di sterline all’anno e sta incidendo fortemente sul rallentamento della crescita. Secondo gli ultimi sondaggi, il 30% di coloro che nel 2016 avevano votato per l’addio alla Ue, ora vuole un rapporto più stretto con il continente.

La Gran Bretagna si è dunque pentita della scelta fatta di uscire dall’Europa sostenendo la linea della Brexit. Però il dibattito ferve. Secondo ‘El Paìs’, quotidiano spagnolo, due cittadini su tre sostengono la necessità di un nuovo referendum di adesione per i prossimi anni. Secondo un sondaggio promosso da Independent, quotidiano britannico online, “sono esattamente il 65% quelli che vogliono ripetere la consultazione, rispetto al 55% che l’ha difesa un anno fa”.

I punti di vista differiscono sulle scadenze, perché sono ancora vive le ferite di anni di divisioni e polemiche intorno alla questione, ma il 22% “vorrebbe votare ora”, il 24% “vorrebbe rifarlo nei prossimi cinque anni”, 24%, “tra 10” mentre solo il 4% pensa che si debba tenere nei prossimi vent’anni. Chi invece non vuole sentir affatto parlare di nuovo referendum è il 24% degli interpellati, uno su quattro. Secondo il quotidiano spagnolo, accanto a quest’ultimi si schiera a spada tratta l’attuale premier Rushi Sunak, lui stesso ardente difensore della Brexit sin dall’inizio, convinto che le “libertà” acquisite con la separazione debbano ancora essere del tutto dispiegate e sfruttate.

Secondo alcuni calcoli, riferisce il Paìs, l’uscita dall’Ue sarebbe tuttavia “costata all’erario pubblico britannico oltre 45 miliardi di euro di tasse non riscosse”, praticamente la stessa cifra che il governo Sunak è stato costretto a trovare per cercare di placare il panico scatenatosi sui mercati con il taglio delle tasse del suo predecessore, Liz Truss, “in quello che per molti è stato l’ultimo disperato tentativo del settore euroscettico conservatore di lanciare una Brexit deregolamentata e selvaggia”.

La società di consulenza Savanta, che si occupa di ricerche di mercato a Londra, ha chiesto ai cittadini quale dovrebbe essere il futuro per un rapporto che fino a ora è stato sostanzialmente turbolento: il 47% ha sostenuto la necessità di legami più stretti con l’Ue, rispetto al 14% che ha chiesto una distanza ancor maggiore. Comunque sia, e sebbene sia piuttosto difficile determinare l’effetto della Brexit sull’attuale spirale inflattiva subita dal Regno Unito e sulla crisi del costo della vita, la “London School of Economics” ha calcolato che il costo del paniere della spesa sia di almeno 240 euro in più per ogni famiglia media britannica, per i due anni in cui il Regno Unito è rimasto fuori dal club della comunità.

Non era così difficile prevederlo prima del referendum che abbandonare l’Unione Europea da parte della Gran Bretagna non sarebbe stata una grande idea!

Tiziano Conti