L’azienda agricola, diretta dalla famiglia Malavolti, nata nel 2014 con l’acquisizione e il subentro in una storica azienda del territorio, conta venti ettari di terreni coltivabili situati nelle verdi colline romagnole, in direzione Tredozio. Dal frutto del lavoro e dell’amore smisurato per la natura e per il mangiar bene, l’azienda coltiva e trasforma numerose tipologie di prodotti ortofrutticoli seguendo le tradizioni del territorio. Manuele Malavolti ha da subito avviato un progetto di stravolgimento dell’indirizzo aziendale. In origine i terreni erano coltivati esclusivamente a kiwi verde, ma da subito l’azienda si è adoperata per iniziare l’introduzione di altre specie da frutto in modo da differenziare la produzione e incrementare la biodiversità del territorio. Inoltre sono diventati produttori di scalogno di Romagna Igp. Questo progetto è iniziato e sta proseguendo con la passione che il giovane agricoltore Manuele e i suoi familiari trasmettono mentre coltivano questi prodotti, che ripagano di piacere ogni fatica.
Abbiamo quindi intervistato Manuele.

Intervista a Manuele Malavolti

Come sta andando l’attività di quest’anno?

È stata un’annata difficile. Da inizio anno sono aumentati i costi di produzione: per concimi, attrezzature, manutenzione degli attrezzi, costi dell’energia… Il costo del gasolio usato in agricoltura è raddoppiato, l’energia elettrica usata per l’irrigazione e le celle frigorifere è triplicata, quadruplicata. Ma il prezzo finale di vendita dei prodotti è rimasto uguale, anzi per alcuni prodotti è perfino diminuito… Purtroppo il prezzo dei prodotti è determinato a livello globale e in alcuni paesi costa meno produrre…

Avete avuto problemi a reperire i concimi e i pezzi di ricambio?

Sì, quest’anno alcuni pezzi di ricambio per attrezzi agricoli non sono stati disponibili prima di parecchi mesi e alcuni, addirittura, non sono proprio arrivati, quindi alcuni mezzi sono rimasti fermi. Mancavano proprio i pezzi di ricambio nel mercato… Per quanto riguarda i concimi e altri prodotti per colture, oltre a essere aumentato notevolmente il loro prezzo, non erano proprio disponibili. Abbiamo dovuto comunque limitarne l’acquisto e l’uso vista la spesa, per riuscire a guadagnarci comunque e questo ha comportato una diminuzione della qualità.

Secondo te, quali sono le criticità del settore?

In Italia la produzione agricola è soggetta a regolamenti stringenti che causano costi aggiuntivi per produrre e in un anno come questo si spende molto di più e si fatica a coprire i costi. La sfortuna del settore agricolo è che il prezzo finale di vendita dei prodotti è determinato da altri, anche i prezzi dei pezzi di ricambio e della manutenzione. Sono le borse merci e i mercati dei prodotti agricoli che fissano i prezzi. Per quanto riguarda le sovvenzioni, aiuti, incentivi da parte delle varie istituzioni, se ne parla molto nei mass media, ma concretamente sono poche le risorse economiche che arrivano agli agricoltori. E io come agricoltore vorrei vivere del mio lavoro, non di sovvenzioni, vorrei vivere del guadagno derivante dalle vendite dei miei prodotti.

Problemi dovuti al clima o alla siccità?

È vero che quest’estate è stata molto asciutta e calda. Il problema c’è stato. Ma la mia azienda dispone di un impianto di irrigazione e di invasi propri che sono sovradimensionati e per quest’estate l’acqua degli invasi è bastata. Ma per le altre aziende non è stato così. Con i regolamenti attuali, le istituzioni limitano molto la creazione di invasi. Ma sono investimenti fondamentali da fare per le aziende agricole; sono una risorsa, una riserva indispensabile di acqua. Le alte temperature, inoltre, hanno causato parecchio stress alle piante che, di conseguenza, hanno prodotto meno, nonostante l’abbondante irrigazione. Il raccolto della frutta è stato discreto anche se la quantità era minore rispetto agli altri anni. La raccolta delle olive è andata bene: l’olio ha un ottimo colore e un buon profumo. Le olive non sono tante ma sono di qualità.
Lo scalogno di Romagna, prodotto nostro, tipico rustico, ha risentito delle alte temperature e la raccolta è stata limitata; il prodotto aveva un bel colore ma la quantità prodotta è stata inferiore del 30-40%.

Come valuti il tuo lavoro?

Quest’anno il lavoro dell’agricoltore è diventato ancora più complicato. Già era un lavoro impegnativo visto il grande numero di ore lavorative necessarie, adesso si fatica a coprire i costi per la coltivazione.
Ma la passione per la campagna e il piacere che tutti i giorni provo mi aiutano a continuare a produrre, nonostante ogni fatica e difficoltà.

a cura di Roberta Tomba