Sabato 10 dicembre c’eravamo tutti proprio tutti al funerale di Lino Costa, 80 anni, morto all’Hospice di Lugo al termine di una lunga malattia. Noi eravamo qui per dirgli ciao e gli altri lassù per dargli il benvenuto. Sì tutti… non c’è nessuno a Fusignano e dintorni che non sappia o che non abbia avuto a che fare con Lino: avevamo un ospedale che andava alla grande e c’era Lino il radiologo; passavi poi le serate lì, al Club Libertas e c’era Lino ed eravamo nel 1964; poi “dal cappellano”; poi le gite, non solo quelle con i ragazzi del ricreatorio in giro per il mondo intero, quelle con la Pro Loco: chi non ha fatto almeno una gita con Lino e potevi mandarci i bambini anche soli e li vedevi tornare felici “tutti interi”. Poi i campeggi in quel di Cortina, ben sa don Domenico Buldrini, poi il gran passo con l’apertura … il non più qui i bianchi e là i rossi, uno splendido unicum! Le ultime Amministrazioni comunali hanno potuto contare tutte sul suo contributo culturale. Assessore con i sindaci Pirazzini e Bagnari, ma sempre vicino anche all’attuale primo cittadino, Nicola Pasi. Da tutti un grazie molto sentito lungo tutti questi anni. Una splendida ‘eccezione’ con le mostre e il Museo e gli incontri (bellissimo il rapporto che è riuscito a riallacciare tra la contessa Calcagnini, il paese e il teatro).

A proposito del teatro, perché non si toglie quel banale “Moderno” e si mette il suo vero nome: teatro Lino? Sarebbe giusto non solo per le sue regie, ma soprattutto perché lo ha “tirato” su lui che abbiamo visto essere sempre lì presente… Ed è stata proprio la pagina Facebook del Cinema Teatro Moderno, giovedì 8, fra le prime realtà che ha dato notizia della sua morte con questo semplice messaggio: “Con grande tristezza vi comunichiamo che ci ha lasciato il nostro caro Lino Costa, persona davvero speciale e colonna portante del nostro Teatro Moderno. Riposa in pace caro Lino, rimarrai nei nostri pensieri e nei nostri cuori”.

Lino è quel Lino che sempre, fino a pochi giorni dal suo trasferimento in Alto loco, era vicino che ti “scarrozzava” o da un medico o veniva da te per un vero saluto: un inesauribile Lino. Tanto ha fatto per il paese, ma ripeto: deve essere ricordato per la vicinanza, per la disponibilità, per l’aiuto agli altri e anche per il suo brontolare che poi finiva per essere sempre un sì cordiale e generoso.

Silvia