Viviamo in una situazione di profonda crisi. Insicurezza da una parte e scetticismo dall’altra. Insicuri su tutto. Insicuri perché una guerra sempre più minacciosa incombe su di noi, ma anche perché non sappiamo come arrivare alla fine del mese, come tirare avanti l’azienda con il caro bollette alle stelle, come aiutare i nostri figli a crescere e a farsi un futuro, come farci un giro la sera senza rischiare di essere aggrediti o rapinati. E così diventiamo sempre più scettici e sfiduciati. Sfiduciati che qualcosa possa cambiare, sfiduciati nella politica, come la recente percentuale di astensioni al voto ha nuovamente documentato. Sempre propensi a pensare che gli altri siano una minaccia, soprattutto poi se hanno la pelle di un colore diverso dal nostro.

Abbiamo bisogno che accada qualcosa di nuovo. Qualcosa che rimetta in moto le nostre energie, che riaccenda la nostra esistenza. Forse la novità che potrebbe fare la differenza è proprio il riaccendersi di una scintilla nella nostra umanità. Una scintilla che è sepolta nella cenere degli anni che passano, delle delusioni che pesano sulle nostre spalle, dei dolori e delle ferite, degli affetti inariditi, della busta paga che non basta per vivere, di quei figli che non riusciamo più a guardare negli occhi. Ma se pensiamo alle poche o tante volte in cui anche in noi si è riaccesa quella scintilla capace di rimetterci in piedi, dobbiamo riconoscere che è stato quando abbiamo visto qualcuno per cui le stesse nostre difficoltà, fatiche, guai, disagi, sono state occasione per alzare la testa, mettersi insieme ad altri, affrontare le sfide del reale.

Non sono mai state le regole di un buon funzionamento a rimetterci in moto, ma la relazione con altri uomini. La natura dell’uomo, diversamente da quella della macchina, non è solo funzionare, ma esistere. E mentre il funzionamento è il rispondere in maniera ripetitiva alla mansione per la quale si è stati costruiti, l’esistere è l’esplosione della diversità, del nuovo, dell’imprevedibile. Tant’è che quando la macchina non funziona possiamo solo buttarla via o ripararla in modo che continui a funzionare come prima. Mentre l’esistere dell’uomo è accorgersi dei propri difetti, dei nostri limiti, ma anche dei bisogni e dei desideri, capaci di riaccendersi nell’incontro con altre “esistenze”. Perché limiti e bisogni spingono gli uomini a mettersi insieme.

E questo può succedere nell’amicizia, nei rapporti affettivi, ma anche nelle relazioni di lavoro come nelle più svariate relazioni sociali. Dalla realizzazione di luoghi aperti al cuore dell’uomo, al dialogo tra persone di culture diverse, fino alla attività politica. Abbiamo bisogno di comprendere che “esistere” è possibile! … e così sfidare anche Samuel Beckett ….

Tiziano Conti