Sono passate quasi tre settimane a Marradi dalla pessima notizia della chiusura della fabbrica dei marroni. In questi giorni è successo un po’ di tutto, dalla reazione dell’amministrazione comunale, all’istituzione di un presidio permanente dei lavoratori davanti ai cancelli dello stabilimento. E poi è arrivata la solidarietà da ogni parte: sindacati, politica (da ogni schieramento e da ogni livello), commercianti, associazioni, gente comune. Poi sono partite le tante iniziative a sostegno della lotta: i cartelli sulle vetrine del paese, la messa davanti allo stabilimento con le bellissime parole di don Pino, Walter che scuote tutti, la visita dell’attrice Gaia Nanni, la polentata organizzata da Pro Loco e Alpini per raccogliere fondi, il concerto della Banda di Popolano, il pranzo con i commercianti del paese, la presenza del regista Stefano Mordini che ha presentato il suo documentario L’allievo modello girato in Argentina, la visita della viceministra Bellanova, la festa dei giovani al freddo del presidio, il consiglio comunale all’aperto – e sotto la neve – con la partecipazione del presidente della regione Toscana Eugenio Giani, il post dei Modena City Ramblers, l’apertura di una raccolta fondi, li commercianti che organizzano una pesca di beneficienza, Simona e Sara che parlano di lavoro e territorio, i castanicoltori che minacciano di non conferire il loro pregiato marron buono, Nicola che produce un filmato, la visita delle tante associazioni, il professor Bellini che ricorda l’importanza della filiera del castagno, il sostegno fondamentale di Misericordia e Protezione Civile e chissà quante cose lascio per strada.

Così il rumore fatto in un piccolo paese di collina pian piano è andato oltre il nostro territorio, sono state presentate interrogazioni alla Camera e al Senato ed è arrivato l’interesse della stampa, prima quella locale e poi quella nazionale, fino ad arrivare addirittura in tv con monologo di Stefano Massini su La7.

La battaglia va avanti e – come hanno detto in tanti – è una battaglia che operaie e operai combattono per loro e per le loro famiglie, ma anche per un paese intero e per tutti quelli che ci vivono. Anche – e soprattutto – i più piccoli. Così questo sabato, tra le tante iniziative (visite varie, lo spettacolo delle Magiche fruste di Romagna, gli hamburger a km zero di Agricomes), al presidio – diventato ormai il cuore pulsante del nostro comune – sono arrivati i bambini delle scuole che, con i loro lavori e la loro semplicità, hanno fatto piangere un po’ tutti, chiudendo il cerchio di questa grande giornata di comunità.

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Ecco. Il tavolo delle trattative è aperto e non so come andrà a finire, ma credo che questa risposta di una comunità intera sia importante – sembrerà un’eresia – quanto il salvare quei posti di lavoro.

Rischiamo di perdere una fabbrica, stiamo trovando un paese.

Andrea Badiali