“Da 36 anni lavoro qui, e questa non è solo una fabbrica, è una famiglia, siamo cresciuti qui tutti assieme. Con la decisione di chiudere lo stabilimento hanno messo in ginocchio non solo noi, ma 70 famiglie che ci lavorano e tutta la comunità di Marradi”. Sono queste le parole di Sonia. Da quando aveva 19 anni è una delle dipendenti dell’Ortofrutticola del Mugello. E, come lei, oltre una cinquantina di persone si sono ritrovate alle 8 di mattina del 31 dicembre di fronte alla sede della “fabbrica dei marroni”, uno dei simboli della comunità marradese, per lottare assieme contro una decisione che appare impossibile da accettare. Per Sonia e per tanti altri lavoratori e lavoratrici sarà un ultimo dell’anno amaro, ma con tanta voglia di lottare per i propri diritti. È iniziato proprio in questa data il presidio di dipendenti, lavoratori e sindacati alla sede dello stabilimento dell’Ortofrutticola del Mugello a Sant’Adriano di Marradi, dopo la notizia, diffusa il 26 dicembre, della chiusura di questa sede da parte della proprietà, la bergamasca Italcanditi, che ha acquisito l’azienda nell’agosto del 2020, in piena pandemia, e vuole procedere ora alla delocalizzazione dell’attività a Bergamo. A sette dipendenti è stato proposto il trasferimento a Bergamo, mentre i lavoratori stagionali – una settantina circa, in gran parte donne con famiglie e bambini – sono stati totalmente dimenticati dai progetti futuri dell’azienda.

Lavoratrici e lavoratori: “Siamo disposti a tutto per difendere la fabbrica”

“Non ci rendiamo ancora conto di quello che ci sta succedendo – commenta Sonia -. Abbiamo regolarmente lavorato fino al 23 dicembre e niente faceva presagire una decisione del genere da parte della proprietà. Il lavoro c’è, come azienda siamo in attivo, e abbiamo continuato a lavorare in questi mesi nonostante la pandemia”. Ortofrutticola del Mugello, nata nel 1984, si occupa, tra le altre cose, della produzione e del confezionamento di Marron Glaces, ed è fornitore di importanti marchi nazionali e mondiali. “Il giorno dopo Natale – prosegue Sonia – siamo stati avvisati che i dipendenti fissi, se volevamo continuare a lavorare, dovevano trasferirsi a Bergamo, una scelta inaccettabile; mentre i lavoratori stagionali non sono stati nemmeno considerati. Molti di questi sono donne con figli ancora piccoli, che tramite questo impiego hanno la possibilità di lavorare circa sei mesi all’anno. Ci consideriamo una famiglia”.  Allo stato attuale delle cose, i dipendenti dovrebbero ripresentarsi al lavoro il 10 gennaio, con la riapertura dello stabilimento fino al 31 gennaio. Di solito gennaio febbraio sono mesi della manutenzione. “Siamo disposti a tutto – conclude Sonia -, non lasceremo indietro niente, siamo aiutati da tutto il paese e non solo”. 

Il sindaco Triberti: “Ancora nessuna risposta dalla proprietà, ma la fabbrica dei marroni non può chiudere, ci batteremo a tutti i livelli”

“Sarà una battaglia lunga, ma la fabbrica di marroni non può essere trasferita altrove”, dice il sindaco di Marradi Tommaso Triberti. Al fianco dei lavoratori, messi di fronte a quella che di fatto è una-non scelta, stamattina erano presenti anche il primo cittadino e la vice sindaco Vittoria Mercatali. Fin dalla diffusione della notizia, politica, istituzioni e sindacati si sono mossi compatti nella difesa di questo presidio lavorativo, che ha un ruolo fondamentale per un territorio che ha nella castanicoltura il suo dna. Il confronto con la proprietà ancora non c’è stato, ma l’assemblea con i sindacati del 30 dicembre ha mostrato un fronte compatto e trasversale. “Il presidio continuerà fino a che non avremo risposte – spiega Triberti -. Il 3 gennaio è convocato il primo Tavolo di crisi alla Regione Toscana: il tema deve essere affrontato a livello regionale e nazionale. La difesa delle aree interne e montane deve passare attraverso i fatti e non solo a parole”.  Nel corso dell’assemblea del 30 dicembre anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, aveva chiesto un confronto diretto con la proprietà Italcanditi. Investindustrial, il fondo industriale che ha acquistato il 70% di Italcanditi è guidato da un italiano, Andrea Bonomi, ma finora la proprietà non ha mai incontrato i dipendenti marradesi.