picda instacomics 20211221

#174 L’anno, se verrà

Il mio balcone è il più bello di tutti. Ho 24 metri di led colorati che si accendono e si spengono piano, come un sorriso che svanisce su un volto deluso. Come la voce triste che mi dà appuntamento per consegnarmi la lavatrice presa col black friday. È difettosa e me la portano via appena tolto l’imballo, come un neonato paonazzo che non vuol tossire. Come te, amica mia, che non senti più la gioia di un tempo, il friccico nel core, la voglia di brindare. E la tv balla con le stelle, e la cometa canta “tu sali dalla Siria / alle porte dell’Europa / e vieni in un magazzino / al freddo e al gelo”.  Ma il mio balcone è il più bello di tutti e il mio presepio sta in Afghanistan, si nasconde dai Talebani sotto un burqa color Mediterraneo.

“Va, fuggi col bambino in Egitto!”… anzi no, l’Egitto no, l’Egitto di Zaki, l’Egitto che scarcera-ma-non-libera, come i tacchini ruspanti poco prima delle feste. Meglio l’Italia, che più sta male più vince, e più sta bene più si lamenta. E al Quirinale vorrei Babbo Natale, per l’anno nuovo un po’ meno paura. Dei novax, dei vaccini, di contagiare chi amo, con il virus, con la paura, con l’ignoranza. E il mio balcone è il più bello di tutti, e la sera pare meno spettrale quando s’illumina attraverso le persiane. Fin quando scatta il timer, a mezzanotte, che l’energia costa, più del sangue della povera gente. Poi è di nuovo paura, sonno, pensieri che svaporano dalle calde coperte.

Chissà domani, se dal balcone vedrò sorgere un sole diverso. Chissà domani, se avranno meno freddo, là fuori. Chissà domani. Chissà… Buio.