Un cammino assieme che ha per protagonista il noi della Chiesa. Si è svolto lunedì scorso in Seminario il primo incontro formativo per moderatori e segretari dei gruppi sinodali. Obiettivo della serata, coordinata dai referenti diocesani don Michele Morandi e Cristina Dalmonte, era fornire e condividere alcuni punti fondamentali su ciò che è Chiesa, su ciò che è Sinodo.

Don Michele Morandi: “In cammino per annunciare il Signore”

«Parlare di Sinodo, che significa letteralmente ‘camminare insieme’ – ha detto don Michele – è naturalmente legato alla natura della Chiesa. Per cui la sinodalità è lo stile, l’elemento distintivo, la caratteristica peculiare, la natura, il modo di vivere e di operare della Chiesa già nell’esperienza germinale dei discepoli e degli apostoli.

La sinodalità è camminare con Gesù e con i fratelli per annunciarlo. Questo cammino non è un viaggio senza meta, non è una rotta senza orientamento e si realizza in tre dimensioni: nella comunione con Gesù, nell’ascolto comunitario della Parola e nella celebrazione dell’Eucaristia, nella fraternità della comunione; nella corresponsabilità e partecipazione di tutto il popolo di Dio, nei suoi vari livelli e nella distinzione dei diversi ministeri, alla vita della Chiesa; nell’evangelizzazione che è la missione di ogni battezzato. La Chiesa è sinodalità, è questo camminare insieme che si esprime nella comunione, nella partecipazione e nella missione».

“Se non ci saranno persone aperte ad ascoltare un altro, non ci sarà Sinodo”

Essere protagonisti di questo cammino sinodale non significa ritrovarsi per votare, raccogliere dati o registrare riunioni o dibattiti. «Il processo sinodale è prima di tutto un processo spirituale – precisa don Michele -. L’ascolto sinodale è orientato al discernimento. Ci richiede di imparare ed esercitare l’arte del discernimento personale e comunitario.

Si tratta di raccogliere ciò che è depositato nel cuore e che ha un nome per noi cristiani: il sensus fidei, il senso di fede. Se non ci sarà preghiera, non ci sarà Sinodo. Se non ci saranno persone aperte ad ascoltare un altro, e non sé stesse, non ci sarà Sinodo. Se non ci sarà un dialogo aperto e fraterno, non ci sarà Sinodo. Se non ci sarà il silenzio, quel silenzio che fa sperimentare la presenza leggera e misteriosa dello Spirito, non ci sarà Sinodo».

Ecco allora che il cammino diventa un’occasione preziosa per mettere al centro la fede nella nostra quotidianità. «Parlando con il vescovo si diceva, bisognerebbe tornare al trebbo – conclude il vicario – come facevano i nostri vecchi nelle stalle alla sera, a raccontarsi mentre ognuno faceva il proprio lavoretto, e a raccontare anche Dio e la nostra fatica, il nostro desiderio per ripartire e agire».

Istituiti finora 91 gruppi sinodali

In tutto sono 91 i gruppi finora istituiti in Diocesi (altri nasceranno nelle prossime settimane), con 177 persone coinvolte come moderatori e segretari (92 maschi e 85 femmine), chiamati a coordinarne le riunioni. L’età media è di 48,4 anni; ne fanno parte 24 under 30, e sono 18 tra presbiteri, diaconi e religiosi, segno di una grande partecipazione dei laici.

Lunedì 6 dicembre alle 20.30 è in programma nel refettorio grande del Seminario (via degli Insorti 56) il prossimo incontro formativo dove i componenti dell’équipe diocesana introdurranno i contenuti del Sinodo.