Faenza diventa capitale della biodiversità urbana. I due parchi, polmoni verdi della città, ospitano 23 specie animali per un totale di circa 250 esemplari al Bucci e 25 al “Tondo”. Da oggi sono state riconosciute dal Ministero “mostre faunistiche permanenti”.
Parchi Bucci e della Rocca, Faenza capitale della biodiversità urbana

Faenza si conferma all’avanguardia nella tutela delle aree verdi pubbliche. Dopo un percorso di valutazione durato oltre due anni, i parchi Bucci e della Rocca, conosciuto in città come il ‘Tondo’, hanno ottenuto, primi in Italia, il prestigioso riconoscimento di “mostre faunistiche permanenti”, rilasciato congiuntamente dai Ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute.
Un risultato che premia la qualità della gestione e la cura degli animali ospitati — 23 specie per un totale di circa 250 esemplari al parco Bucci, e 25 a ‘Tondo’ — e che fa dei due giardini pubblici un esempio virtuoso a livello nazionale ed europeo. Il riconoscimento ministeriale arriva in un momento di rilancio: è stata presentata infatti questa mattina, lunedì 3 novembre, la nuova convenzione per la gestione dei parchi Bucci e della Rocca, attiva dal 1° gennaio 2025, che avrà durata triennale fino al 2027.«Il parco Bucci è uno dei luoghi simbolo della città, uno spazio inclusivo che racconta i valori della nostra comunità – ha detto il sindaco Massimo Isola -. Questa nuova gestione rafforza il legame tra i cittadini e la natura, promuovendo un equilibrio tra fruizione, benessere e responsabilità».
Presentata la nuova convenzione triennale

Rispetto al passato, la gestione è stata ripensata e suddivisa in due affidamenti distinti: uno per la manutenzione e la vigilanza delle aree verdi ad Arif, associazione Rilevatori Faunisti, e l’altro dedicato alla cura veterinaria e alla gestione faunistica a Fabio Dall’Osso medico veterinario e dottore in Produzioni Animali e Controllo della Fauna Selvatica. L’Unione della Romagna Faentina continuerà a occuparsi di alberature, giochi per bambini, arredi e servizi igienici.
All’A.Ri.F. spetteranno invece la gestione quotidiana e la manutenzione dei parchi: apertura e chiusura, pulizia dei vialetti, raccolta dei rifiuti, sfalcio ridotto per tutelare la biodiversità, alimentazione degli animali e vigilanza sul corretto comportamento dei visitatori. All’associazione forlivese spetta anche il controllo dei sistemi di circolazione e ossigenazione delle acque, oltre all’analisi chimica.
Il dottor Dall’Osso coordinerà invece la parte veterinaria e sanitaria, i rapporti con gli enti pubblici e le visite guidate gratuite per scuole, famiglie e turisti, promuovendo attività educative sulla fauna e sugli equilibri ecologici.
Dall’abbandono degli animali al servizio di recupero
«Con la nuova gestione — ha detto Massimo Bosi, assessore agli spazi verdi —.valorizziamo il parco Bucci, il polmone verde più bello e grande della città». Anche Luciano Cicognani, presidente dell’A.Ri.F. di Forlì, ha espresso soddisfazione. «Una bella scommessa. Stiamo lavorando per mantenere puliti i parchi, svuotare i cestini e migliorare la fruibilità. I veri problemi spesso non sono i bambini, ma i genitori che non li sorvegliano. Al parco Bucci restano solo da sistemare i due ponticelli di legno, ma per il resto è in buone condizioni». Per Fabio Dall’Osso, veterinario e responsabile faunistico, si tratta di un percorso di crescita avviato anni fa. «Collaboro a questo progetto dal 2018. Abbiamo unito parco Bucci, Rocca e i laghi di viale Baccarini e via Lesi in un sistema ecologico unico. L’obiettivo è tutelare gli equilibri naturali e il benessere degli animali, ma anche educare la cittadinanza. Oggi, grazie all’impegno dei volontari, abbiamo ridotto drasticamente il fenomeno dell’abbandono di animali, trasformandolo in un servizio di recupero e affido che in soli sette mesi ha trovato casa a 286 animali». Un problema che si trascinava da anni a Faenza. «Basti pensare – ha ricordato dall’Osso – che fino a poco tempo fa venivano abbandonati al parco Bucci circa 300-400 animali all’anno». Non solo da proprietari faentini, ma da buona parte del nord Italia. «Oggi siamo diventati punti di riferimento per l’affido, un servizio che offriamo gratuitamente». Abbandonare gli animali è un reato e per chi lo fa le sanzioni sono salate: si rischia l’arresto fino a un anno e/o una multa da 5.000 a 10.000 euro. Nonostante questo restano gli irriducibili. «Al momento abbiamo registrato 25 animali abbandonati da inizio anno. E’ uno zoccolo duro di persone che di notte si apposta in via Marozza a fari spenti, butta gli animali oltre la recinzione e oscura la targa per non essere individuato». Non è solo un problema di eccessiva proliferazione, anzi. «Gli animali abbandonati – conclude Dall’Osso – hanno in media un’aspettativa di vita di 36-48 ore. Se sopravvivono diventa un problema per l’ecosisistema del parco».
La liberazione dei tacchini selvatici


La presentazione della nuova gestione dei parchi è stata anche l’occasione per mostrare alla stampa i nuovi nati al Bucci. «Acquistare nuovi animali costa e così abbiamo assistito alla riproduzione del tacchino selvatico, progenitore di quello d’allevamento. Per garantirne la sopravvivenza, abbiamo accudito i piccoli in cattività. Una piccola gabbia necessaria per proteggerli dai predatori: Oggi possiamo finalmente liberarli. È un segnale concreto di equilibrio tra gestione e rispetto della natura».
Barbara Fichera














