In vista del convegno “Avere una casa” promosso dal Consorzio Solco a Ravenna il prossimo 11 e 12 dicembre, il dibattito sull’emergenza abitativa si intensifica.

L’urgenza di trovare risposte concrete per le famiglie con redditi medio-bassi

Mauro Neri, presidente di Confcooperative Romagna, sottolinea l’urgenza di trovare risposte concrete per le famiglie con redditi medio-bassi: «L’emergenza abitativa la sentiamo oggi molto forte e servono risposte immediate e di breve periodo. Purtroppo infatti – sottolinea Neri – i prezzi di vendita e i canoni di locazione sono divenuti insostenibili per le famiglie con redditi medio-bassi. L’Edilizia residenziale sociale (ERS) può essere una delle soluzioni».

L’ampiamento della forbice della domanda negli ultimi due anni rende difficile assicurare risposte solo tramite l’edilizia sociale residenziale. Confcooperative Romagna e il sistema cooperativo territoriale richiedono una pluralità di azioni e risposte, anche nel breve periodo: «Penso ad esempio – continua Neri – all’utilizzo di alloggi di proprietà privata già disponibili con opportune garanzie, o alle risorse messe a disposizione dalla Regione per i Comuni e le Acer per sistemare alloggi pubblici inutilizzati e destinarli alla locazione ERS.

Servono soluzioni da mettere a terra velocemente, per rispondere alla domanda urgente di giovani e famiglie. Cooperazione pronta a fare la propria parte

E poi, ovviamente, all’edilizia residenziale sociale privata di nuova costruzione o ristrutturazione edilizia ma chiaramente interventi cantierabili nel breve periodo: non possiamo pensare di rispondere alla domanda urgente di giovani e famiglie con previsioni che necessitano di nuovi strumenti urbanistici che richiederebbero tempi troppo lunghi».

Nel contesto dell’Edilizia sociale residenziale, la cooperazione è pronta a fare la sua parte, ma chiede il contributo fondamentale dagli enti locali: «Per abbattere il costo di realizzazione e, quindi, il canone di locazione, i terreni che si mettono a disposizione devono essere già urbanizzati e a ‘costo zero’. Oppure – prosegue Neri -, se si tratta di edifici da ristrutturare, devono avere un costo iniziale pari a ‘zero’. È fondamentale che i Comuni verifichino quali aree di proprietà già urbanizzate o immobili da ristrutturare possono mettere a disposizione».