Il gruppo escursionistico CAI Val Tramazzo traccia il bilancio di un anno intenso, segnato da iniziative, collaborazioni e momenti di riflessione profonda sul valore del camminare e sul legame con la natura e la comunità.
Un anno di progetti e collaborazioni
Siamo ormai a fine anno ed è giunto il momento di tirare le somme sull’annata del gruppo CAI Val Tramazzo, un po’ come accade ogni anno per i progetti escursionistici nel territorio.
La soddisfazione più grande è stata senza dubbio il Cippo e il relativo sentiero dedicato a Thaman Gurung a Monte San Bartolo, un progetto che ha voluto rendere omaggio alla storia e a chi ha donato la libertà, un gesto che – come sottolineano i membri del gruppo – «riempie il cuore di gioia».
Tra le iniziative più significative, anche la serata del comitato scientifico del CAI Faenza presso la ex pesa pubblica in occasione del Festival degli Agrourbani, seguita dall’onore di ospitare a Santa Reparata il Soccorso Alpino.
Il gruppo ha poi collaborato all’iniziativa Romagna in fiore a Montebello, con attività sui sentieri, e ha contribuito al Trail di marzo, ancora una volta lungo i percorsi della zona.
A Ca’ Cornio si è registrato un momento di particolare rilievo: per la prima volta due sezioni del CAI hanno operato insieme.
Non sono mancate anche le collaborazioni culturali, come l’aiuto logistico per il film La Filanda, oltre all’impegno costante nella pulizia e manutenzione della rete escursionistica comunale e alle attività del gruppo attivo a Tredozio.
Tra soddisfazioni e difficoltà
Accanto ai traguardi raggiunti, non è mancato qualche momento di amarezza. Il gruppo segnala infatti lo smarrimento e la rabbia per il furto dei cartelli di segnaletica CAI tra la Cavallara e Gamogna, acquistati in memoria di Moreno.
Nonostante ciò, la motivazione resta alta e i progetti per l’anno a venire sono già in preparazione. «I sogni partono sempre dal cuore – si legge nella riflessione condivisa – lì c’è il vero volano di tutto: poi la mente li studia e li mette in pratica. L’importante è fare sempre tutto con passione, amore e senza interesse personale».
Il valore del camminare
In occasione della Giornata mondiale del camminare dell’11 ottobre 2025, il gruppo ha condiviso una riflessione personale sul significato del cammino:
«Camminare per me è stato tornare nel mondo che avevo dentro fin da bambino. I boschi, i panorami, la fatica nel salire per sentieri. Era un modo per portare con me le persone che avevo dentro. Ho trascorso anni in solitaria, per ore e ore, e nella bellezza del silenzio della natura ho imparato ad ascoltare me stesso».
Da questa esperienza è nato il desiderio di far conoscere i luoghi meravigliosi e quasi sconosciuti del territorio, rendendoli accessibili a tutti e creando nuove opportunità per le aree montane.
«Il cammino in natura – conclude la riflessione – mi ha portato in un’altra dimensione di vita, quella semplice fatta di piccole cose. Mi ha reso minimalista, perché la vera bellezza è nella semplicità, nell’amore per il proprio territorio e nello stare vicino a chi ci fa stare veramente bene. Il cammino in natura è riconnettersi con madre terra».
Luca Nati














